Siamo passati da uno Stato New Deal relativamente egualitario all’apparato aziendale diseguale e concentrato di oggi. Questo cambiamento è stato accompagnato da un cambiamento parallelo nel modo in cui gli americani pensano a sé stessi come attori economici e politici.
L’autoconsapevolezza che l’uguaglianza economica tra i cittadini fosse fondativa dell’esperimento americano ha rappresentato una tendenza di lunga data per l’America.
Come è stato possibile spostare la concezione individuale da questa idea a quella odierna per cui la diseguaglianza radicale è caratteristica innata del capitalismo americano?
Da uno Stato New Deal relativamente egualitario si è passati all’apparato aziendale diseguale e concentrato di oggi. E questo cambiamento ha modificato in parallelo anche il modo in cui gli americani pensano a sé stessi come attori economici e politici.
Il capitalismo americano ha sempre significato uguaglianza e sicurezza economica. Quando lo dico in dibattiti e conferenze, oggi, questa osservazione suscita risate. Ma è vero. Gli americani credevano che l’uguaglianza economica fosse fondamentale per il nostro sistema politico. Quell’America, almeno per chi era considerato cittadino, portava con sé una promessa di una approssimativa uguaglianza. Cosa è successo dopo? Nel 2008 abbiamo affrontato una crisi finanziaria che ha definito il modo in



