Da tempo ormai l’Unione europea sta stringendo i rapporti, soprattutto commerciali, con l’Ucraina. Uno sviluppo che ancora Kiev in maniera sempre più robusta all’occidente e alimenta anche il desiderio di chi, in Ucraina, punta all’ingresso nella Nato e nella Ue, previsti anche dalla Costituzione ucraina dal 2019. 

Uno sviluppo che preoccupa in particolar modo il presidente russo Vladimir Putin, che in virtù di una nostalgia della sfera d’influenza politica e commerciale che caratterizzava l’impero zarista prima e l’Unione sovietica poi, interpreta le istituzioni democratiche ucraine e il desiderio di adesione alle associazioni occidentali come un modo per emanciparsi in maniera definitiva dall’influenza di Mosca. 

Ma oltre che culturale, l’influenza dell’Ue sta arrivando in Ucraina soprattutto tramite i rapporti economici. 

Rapporti saldi

Il principale asse dei rapporti tra Kiev e Bruxelles è il Deep and Comprehensive Free Trade Area (Dcfta), in vigore dal 2017. Si tratta di una zona di libero scambio combinata con un accordo quadro in cui l’Ucraina puoi sviluppare i suoi rapporti commerciali aprendo il suo mercato e armonizzando leggi e standard che governano i vari settori, un cambiamento che può avvicinare il paese all’Unione europea. Un’intesa che ha preoccupato la Russia già in occasione della sua firma. 

Attualmente l’Ue è il principale partner commerciale dell’Ucraina e rappresenta il 42 per cento del commercio estero totale del paese. Il valore totale degli scambi nel 2018 era pari a 40 miliardi di euro, un aumento del 9 per cento rispetto all’anno precedente. Per l’Ue, l’Ucraina è il ventunesimo partner commerciale per entità degli scambi. 

Nell’ambito del European Neighbourhood Instrument, inoltre, la Commissione europea sviluppa programmi per scopi precisi, come la decentralizzazione, la lotta contro la corruzione o il rafforzamento dello stato di diritto. Si tratta di iniziative spesso cofinanziate da stati membri dell’Unione, che costano all’incirca 200 milioni di euro l’anno. 

L’Unione e le sue istituzioni finanziarie dal 2014 a oggi hanno stanziato oltre 17 miliardi di euro in finanziamenti a fondo perduto e prestiti per sostenere le riforme del paese. La disponibilità di una parte del denaro è soggetta al progresso delle riforme. 

Alcuni programmi mirano poi specificamente alla de-escalation della situazione nelle province di Donetsk e Luhansk: dal 2017 vengono stanziati 50 milioni l’anno per dei programmi che mirano a finanziare iniziative che migliorino lo stato dell’economia, la coesione sociale, le condizioni del sistema sanitario, l’istruzione e le infrastrutture della regione. Il programma è stato successivamente ampliato anche alla zona del Mar d’Azov e il budget aumentato di dieci milioni l’anno. 

Voltare le spalle a Mosca

Mentre i rapporti con l’Ue si sono intensificati, quelli con la Russia si sono assottigliati. Nel 2012, la Russia era la destinazione del 25,7 per cento dell’export ucraino, mentre nell’Ue arrivava soltanto il 24,9 per cento. Nel 2018, le esportazioni verso la Russia erano solo il 7,7 per cento del totale.

Negli anni l’Ucraina è riuscita anche a emanciparsi dalla fornitura del gas russa, che in precedenza rappresentava il suo tallone d’Achille, attraverso il riacquisto di gas dall’Unione europea a prezzi minori rispetto a quelli negoziati con Mosca e la ridefinizione degli accordi commerciali per il trasporto del gas verso l’Europa occidentale. 

Proprio su questo punto si era consumato a fine 2021 un conflitto con la Germania, accusata di voler estromettere Kiev dal mercato del gas attraverso l’implementazione del gasdotto Nord Stream 2 che attraversa il Mar Baltico. Il progetto controverso era stato a lungo sabotato anche dagli Stati Uniti con sanzioni mirate alle aziende coinvolte nell’iniziativa: alla fine Washington ha scelto di desistere solo dopo l’accordo negoziato con Joe Biden da Angela Merkel alla fine del suo ultimo mandato. Il compromesso prevede che Berlino possa affossare il progetto in caso di rischi concreti per l’Ucraina, una rassicurazione che ha rasserenato in parte Kiev. 

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