L’attacco sferrato dall’esercito israeliano contro l’Iran, che ha ucciso diverse personalità di spicco del regime di Teheran, ha suscitato dure reazioni di condanna da parte dei paesi arabi e dei leader europei, preoccupati di ulteriori escalation militari.

Per il momento il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha già fatto sapere che gli attacchi dureranno diversi giorni. Dall’altra parte, invece, la guida suprema Ali Khamenei ha fatto annunciato che ci sarà una dura risposta nelle prossime ore. E dall’Iran, intanto, sono stati lanciati cento droni verso Israele. Germania e Stati Uniti hanno detto ai propri cittadini residenti in Israele di non lasciare le proprie case e di mettersi al sicuro.

La Giordania ha dichiarato di aver chiuso «temporaneamente» lo spazio aereo a tutti i voli «in previsione di eventuali pericoli derivanti dall'escalation in atto nella regione».

La riunione di Meloni

La premier Giorgia Meloni ha convocato d’urgenza una riunione con i servizi di sicurezza. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha commentato così al Tg1 la notizia dell'attacco: «Gli Usa avevano ridotto le loro rappresentanze diplomatiche, ma io non pensavo che l'attacco sarebbe avvenuto cos’ presto. Gli israeliani lo hanno anticipato».

E ha aggiunto: «Abbiamo navi militari nel Mar Rosso invitiamo tutti al dialogo, perché un peggioramento della crisi militare non fa bene a nessuno. La diplomazia deve prevalere. Siamo già al lavoro per evitare un disastro peggiore a Gaza, ma è tutto interconnesso. Certamente c'è una situazione di grandissima tensione preoccupante. Invitiamo tutti a tornare al dialogo e al prevalere della diplomazia».

Le reazioni dei paesi arabi

Tra i primi a condannare l’attacco c’è l’Oman, paese mediatore tra Stati Uniti e Iran negli attuali negoziati indiretti sul nucleare. L’emirato arabo ha condannato i raid definendoli una «escalation pericolosa e sconsiderata» che «viola i principi del diritto internazionale». «Ciò rappresenta un comportamento aggressivo inaccettabile e persistente che mina le fondamenta della stabilità nella regione», si legge in una dichiarazione dove si sottolinea che «Israele è responsabile di questa escalation e delle sue conseguenze».

Il Qatar, paese invece mediatore nei colloqui tra Hamas e Israele per Gaza, ha condannato con fermezza l’attacco aggiungendo che «la pericolosa escalation minaccia la sicurezza e la stabilità della regione e ostacola gli sforzi per de-escalation e raggiungere soluzioni diplomatiche». Anche Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti hanno denunciato l’attacco con massima fermezza e hanno espresso preoccupazioni per le conseguenze sulla stabilità regionale. «Mentre il regno condanna questi attacchi efferati, afferma che la comunità internazionale e il Consiglio di sicurezza hanno la grande responsabilità di porre immediatamente fine a questa aggressione», fa sapere la monarchia saudita in una nota.

Hamas e Houthi

L’organizzazione palestinese, stretta alleata dell’Iran, ha definito gli attacchi «una pericolosa escalation che minaccia di far esplodere la regione e riflette l'insistenza del governo estremista di Netanyahu nel trascinare la regione in uno scontro aperto».

Anche i ribelli yemeniti degli Houthi hanno reagito all’operazione Rising Lion di Israele.

Regno Unito

Il premier britannico Keir Starmer ha esortato «tutte le parti a fare un passo indietro e a ridurre urgentemente le tensioni». La «stabilità in Medio Oriente deve essere la priorità e stiamo coinvolgendo i partner per ridurre l'escalation», ha dichiarato il primo ministro di Londra in una nota. «Adesso è il momento della moderazione, della calma e di un ritorno alla diplomazia». Il ministro degli Esteri, David Lammy, ha definito questo un «momento pericoloso», «un'ulteriore escalation rappresenta una seria minaccia alla pace e alla stabilità nella regione e non è nell'interesse di nessuno».

Cina e altri

"La Cina è profondamente preoccupata per l'attacco israeliano all'Iran e per le gravi conseguenze che ciò potrebbe comportare». Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Lin Jian, in conferenza stampa. «La Cina si oppone alla violazione della sovranità, della sicurezza e dell'integrità territoriale dell'Iran, e si oppone alla espansione dei conflitti. L'improvviso peggioramento della situazione regionale non è nell'interesse di nessuna delle parti», ha affermato il portavoce. La Cina, ha aggiunto, «è disposta a svolgere un ruolo costruttivo nel promuovere la distensione della situazione».

La Turchia, invece, ha definito l’attacco «barbaro e selvaggio» che «getta fuoco» sull'intera regione.

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