«Abbiamo provato in tutti gli altri modi e non ha funzionato. La mia politica è molto semplice: sono questo paese e il vostro governo a dover decidere chi viene qui, e non le gang criminali». A parlare è Rishi Sunak, il premier britannico conservatore, durante una conferenza stampa sul nuovo disegno di legge studiato dal governo per contrastare l’immigrazione illegale, ma che di fatto limita fortemente il diritto d’asilo.

Sunak ha pronunciato un discorso rigido, come la norma che vuole introdurre per contrastare gli arrivi irregolari nel paese. Sotto il suo microfono c’è la scritta “Stop the boats”, “fermare i barconi”, riferendosi alle piccole imbarcazioni che tentano di attraversare il canale della Manica per arrivare nel Regno Unito. Un numero di migranti che secondo Sunak è quadruplicato negli ultimi anni.

Cosa prevede la norma

Il primo ministro Rishi Sunak in una control room del ministero dell'Interno (AP Photo/Kirsty Wigglesworth, Pool)

La legge deve ancora essere approvata, al momento è in discussione e sta causando un ampio dibattito tra l’opinione pubblica. Ong e opposizione si sono schierati contro. La stessa ministra degli Interni che ha presentato la legge, Suella Braverman, ha detto ai parlamentari conservatori e agli altri membri del governo che la proposta ha più del 50 per cento di possibilità di risultare incompatibile con la Convenzione europea sui diritti umani (Cedu).

Il testo prevede che chiunque entri in maniera irregolare nel paese venga prima messo in stato di fermo e poi rimpatriato oppure espulso in un «terzo paese sicuro» come il Ruanda, stato con il quale l’allora premier Boris Johnson aveva già gettato le basi per un accordo che in cambio di finanziamenti prevedeva l’accoglienza dei migranti espulsi da Londra.

La detenzione è prevista nei primi 28 giorni dall’ingresso irregolare nel paese e non prevede possibilità di cauzione o ricorso. Sono previste deroghe per i minorenni, per chi è gravemente malato o è considerato «a rischio di un reale e irreversibile danno». Per gli altri è prevista l’espulsione e la loro richiesta d’asilo verrà esaminata in un secondo momento.

La nuova legge prevede anche un tetto annuale, che deciderà il parlamento, in merito numero di rifugiati che il Regno Unito accoglierà attraverso le vie legali. Inoltre, sono previste anche limitazioni ai ricorsi per i richiedenti asilo che si vedono rifiutata la domanda di protezione internazionale. Questo per via delle controversie legali che nei mesi scorsi hanno fermato i programmi di espulsioni previsti dal governo verso il Ruanda. Infine, la proposta dà al governo anche il potere di aggirare le sentenze della Cedu, che sono state usate l'ultima volta per fermare un volo di deportazione verso il Ruanda.

Alcuni conservatori hanno anche esortato Sunak e Braverman ad abbandonare la Cedu, una proposta impensabile fino a qualche anno fa. Al momento in Europa solo Bielorussia e Russia (che è stata espulsa dopo la guerra in Ucraina) non ne fanno parte. «Non crediamo che sia necessario lasciare la Cedu», ha detto ai giornalisti a Downing Street il premier britannico. «Crediamo di agire in conformità con essa e di rispettare i nostri obblighi internazionali».

Cosa prevede il piano Ruanda

Il memorandum con il Ruanda è stato siglato dalla ministra degli Interni Priti Patel durante il governo Johnson e prevede finanziamenti al governo africano in cambio dell’esternalizzazione della gestione di migranti e richiedenti asilo. Il piano, secondo Downing Street, «farà sì che le procedure di richiesta di asilo da parte dei migranti che fanno viaggi pericolosi o illegali, su piccole imbarcazioni o nascosti nei camion, siano processate in Ruanda. Chi vedrà la propria richiesta accettata potrà costruire una nuova, prosperosa vita in una delle economie che crescono più rapidamente, riconosciuta per il modo in cui accoglie e integra i migranti».

Il Regno Unito spende 145 milioni di euro «per lo sviluppo economico del Ruanda», e successivamente altri fondi per «supportare le operazioni di asilo, integrazione, in modo similare ai costi che sarebbero spesi nel Regno Unito per questi servizi».

Al momento alcuni voli di espulsione verso il paese africano sono stati annullati all’ultimo dopo una lunga serie di ricorsi legali, ma il governo di Sunak ha intenzione di continuare sulla linea tracciata da Johnson. C’è chi ha già criticato il piano paragonandolo al piano Madagascar, con il quale Hitler aveva intenzione di deportare circa quattro milioni di ebrei verso l’Isola.

La reazione dell’Unhcr

La misura è stata fortemente criticata dall’Unhcr, l’agenzia per i rifugiati delle Nazioni unite. «La legislazione, se approvata, equivarrebbe a un divieto di asilo», scrivono in un comunicato. «L’effetto del disegno di legge sarebbe quello di negare la protezione a molti richiedenti asilo che necessitano di sicurezza e protezione, negando loro persino la possibilità di presentare il proprio caso. Sarebbe una chiara violazione della Convenzione sui rifugiati e minerebbe una tradizione umanitaria di lunga data di cui il popolo britannico è giustamente orgoglioso».

I governi europei studiano e annunciano nuove misure contro l’immigrazione illegale sempre più repressive. In Italia, al momento, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è focalizzata soprattutto sugli ingressi regolari, cercando di aumentare i flussi per ragioni di lavoro e inasprendo le pene per gli scafisti. La bozza del nuovo decreto legge è in discussione al Consiglio dei ministri che in via eccezionale si tiene a Cutro, luogo dell’ultimo tragico naufragio sulle coste europee che il 26 febbraio scorso ha provocato almeno 71 vittime.

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