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Il “piano Ruanda”. Così Boris Johnson attacca i rifugiati per provare a salvarsi

(Boris Johnson presenta il piano tra droni e velivoli. Foto AP)
(Boris Johnson presenta il piano tra droni e velivoli. Foto AP)
  • «Farò qualsiasi cosa, a qualsiasi costo», dice Boris Johnson davanti ai cronisti assiepati per ascoltarlo all’aeroporto di Lydd, in Kent: «Whatever it takes».
  • «So che il mio piano incontrerà ostacoli ma farò di tutto per portarlo avanti». Johnson parla di un piano per «fermare l’immigrazione illegale». In realtà vuole spedire in Ruanda, grazie a un memorandum appena siglato, chi cerca protezione e asilo nel Regno Unito. A essere illegale è in realtà proprio il piano per scaricare altrove le procedure di asilo. l precedenti non mancano, sia in Ue che altrove, e i diritti ne escono sempre più compromessi.
  • Ma perché «dopo nove mesi di lavoro» Johnson annuncia il “piano Ruanda” proprio ora? Tra le file dell’opposizione ma pure tra i conservatori c’è la convinzione che il vero piano di Johnson sia un altro: dirottare l’attenzione dai suoi problemi interni, dallo scandalo delle feste, dalla crisi nella maggioranza. Salvarsi la poltrona, insomma, whatever it takes.

«Farò qualsiasi cosa, a qualsiasi costo», dice Boris Johnson davanti ai cronisti assiepati per ascoltarlo all’aeroporto di Lydd, in Kent. Prima di presentarsi alla stampa, il premier britannico si è fatto fotografare al fianco di droni, velivoli e apparecchiature di sorveglianza che il Regno Unito farà volare sul canale della Manica per controllare i flussi migratori. Poi Johnson ha scandito bene quelle tre parole: «Whatever it takes». «So che il mio piano incontrerà ostacoli ma farò di tutto p

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