«In queste condizioni non c’è alcuna ragione per estendere l’accordo sulle esportazioni di grano ucraino che scadrà il 17 luglio». L’annuncio, arrivato martedì dal ministero degli Esteri russo e riportato dall’agenzia Tass, ricalca le dichiarazioni dei giorni scorsi del ministro Sergej Lavrov.

La parte russa affronterà «responsabilmente i propri obblighi come parte dell’accordo, in modo che tutte le navi che vi partecipano possano lasciare il Mar Nero prima della fine del periodo di validità», si legge nella nota di Mosca.

La Russia accusa poi l’Ucraina di aver fatto esplodere un’infrastruttura usata per esportare ammoniaca e fertilizzanti, e l’Occidente di monopolizzare le uscite di grano ucraino destinate all’Africa e all’Asia, trasformando l’accordo «in un’esportazione commerciale di cibo ucraino verso paesi benestanti».

Cosa prevede l’accordo

L’accordo tra Russia e Ucraina, firmato un anno fa con la mediazione della Turchia e delle Nazioni Unite, garantisce l’esportazione del grano ucraino dai porti sul Mar Nero. È già stato esteso tre volte, l’ultima a maggio dopo intensi negoziati, ed è attualmente in scadenza.

Il suo mancato rinnovo sarebbe un problema per l’Europa e i paesi più poveri, dato che Ucraina e Russia sono tra i primi produttori globali di grano e il grosso dei carichi transita per il Mar Nero. Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, lo scorso giugno si era detto preoccupato per la mancata estensione dell’accordo.

La proposta dell’Ue

Negli ultimi giorni, ha scritto il Financial Times, dall’Unione europea è arrivata una proposta per continuare a garantire le forniture di cereali dall’Ucraina: il piano prevede di esentare una banca russa dalle sanzioni occidentali, perché possa effettuare tutti i pagamenti.

La proposta consentirebbe alla Russian Agricultural Bank, soggetta a sanzioni, di creare una filiale per gestire i pagamenti relativi alle esportazioni di grano. La nuova entità sarebbe autorizzata a utilizzare il circuito Swift, chiuso alle maggiori banche russe in seguito all’invasione dell’Ucraina.

«Il carve-out della banca russa – cioè la separazione di una filiale che si ricollegherebbe alla rete finanziaria globale – è impraticabile», ha però detto martedì la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.

© Riproduzione riservata