Secondo l’intelligence degli Stati Uniti, la Russia starebbe studiando una nuova arma nucleare pensata per distruggere i satelliti in orbita intorno alla Terra. L’arma in questione potrebbe causare danni gravissimi alle capacità militari degli Stati Uniti, il più probabile obiettivo di un simile sistema, ma anche alle comunicazioni civili.

Dal vertice dei ministri della Difesa Nato a Bruxelles, il segretario Jens Stoltenberg getta acqua sul fuoco sulla notizia. «Nella Nato c’è un continuo scambio di informazioni tra gli alleati e monitoriamo ovviamente tutte le minacce potenziali in tutti i settori e in tutte le direzioni. Non c’è molto altro da dire». Stoltenberg ne ha approfittato anche per raffreddare il clima su un altro fronte: il potenziale attacco russo all’alleanza, di cui nelle ultime settimane hanno parlato con toni sempre più allarmati numerosi ministri della Difesa europei. «Non possiamo mai dare la pace per scontata ma non si vede una minaccia militare imminente contro l'Alleanza», ha detto Stoltenberg.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e Stoltenberg si incontreranno oggi al vertice sulla sicurezza di Monaco. Zelensky proseguirà poi il suo tour europeo verso Parigi, dove con il presidente francese Emmanuel Macron firmerà un accordo di sicurezza bilitarale, con cui la Francia si impegna a inviare aiuti militari all’Ucraina in caso di aggressione. L’accordo è considerato un importante passaggio diplomatico in vista di una futura adesione del paese alla Nato.

Guerre stellari

La notizia sullo sviluppo della nuova arma nucleare-spaziale da parte della Russia era stata diffusa ieri nel più drammatico dei modi: un senatore repubblicano, Michael R. Turner, ha chiesto alla Casa Bianca di rivelare al pubblico i dettagli a proposito di «nuova minaccia» che incombeva sulla sicurezza nazionale, senza specificare quale fosse. È seguito un voto della commissione per il controllo dell’intelligence del Congresso per rivelare il contenuto del rapporto segreto agli altri senatori e deputati e così l’informazione è arrivata alla stampa.

Anche se il rapporto sulla nuova arma si aggiunge ai timori diffusi da tempo per un ritorno alla “militarizzazione” dello spazio e indica la possibile volontà della Russia di uscire dal trattato internazionale del 1967 che vieta la presenza di armi atomiche nello spazio, i pericoli indicati dall’intelligence sono tutto meno che immediati. La misteriosa arma nucleare-spaziale non è ancora pronta, non è stata inviata nello spazio e non ci sono elementi per dire che i russi intendano farne uso.

Sembra che Turner, un alleato della Casa Bianca sulla questione dell’Ucraina – pur essendo un repubblicano – abbia voluto rivelare la minaccia per cercare di persuadere i suoi colleghi di partito a cambiare idea sul pacchetto di aiuti finanziari destinato a Kiev, che, dopo essere passato al Senato, rischia di essere bloccato alla Camera.

Missili reali

Nel frattempo missili russi del tutto reali, ma fortunatamente non nucleari, sono tornati a piovere sull’Ucraina, in un insolito attacco che ha visto colpire ben sei regioni diverse, causando almeno nove feriti. In tutto, la Russia ha utilizzato 26 missili di vario tipo, un assortimento che includeva quasi tutti i sistemi a disposizioni delle sue forze armate.

«I russi cambiano le loro tattiche ad ogni attacco, per cercare di capire come funzionano le nostre difese antiaeree», ha detto ieri in un briefing con alcuni giornalisti un importante funzionario del ministero della Difesa ucraino. A Kiev, gli attachi russi causano più perplessità che preoccupazione, al momento. I bombardamenti, infatti, i russi non si concentrano mai a lungo sullo stesso bersaglio, dando agli ucraini tempo prezioso per effettuare le necessarie riparazione. «Quest’anno i russi non sembrano avere una strategia nei loro attacchi», ha detto il funzionario del ministero della Difesa.

Il paragone è con la campagna aerea dell’inverno 2022-23, quando i bombardamenti russi si erano concentrati sulle infrastrutture elettriche ucraine, con lo scopo di causare blackout e interrompere la fornitura di riscaldamento. Funzionari ucraini e analisti occidentali avevano elaborato scenari pessimistici sulle conseguenze di una ripetizione di questi attacchi, ma le previsioni peggiori sono state smentite. L’avazione russa non si è concentata nel colpire il sistema di distribuzione energetica, alternando gli attacchi alle centrali elettriche con i bombardamenti sulle industrie della difesa e sui bersagli militari. L’incostanza degli attacchi e la solidità delle difese ucraine ha fatto sì che elettricità e riscaldamento sono stati distribuiti regolarmente per tutto l’inverno e con la stagione più fredda che si avvia alla sua conclusione il peggio sembra ormai essere passato.

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