«Dopo un viaggio lungo e pericoloso le 363 persone che abbiamo soccorso potranno finalmente sbarcare in un porto sicuro assegnatoci dalle autorità italiane», ha dichiarato Sea Watch 3. L’ong tedesca, infatti, è in rotta verso il porto di Augusta. L’arrivo è previsto nel pomeriggio. 

Il blocco forzato

Dopo sette mesi di blocco forzato, le autorità italiane hanno assegnato all’ong un porto in cui sbarcare. Ieri, Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch aveva sottolineato che «tutti sono stremati dal viaggio, dalle vessazioni subite, dall’esposizione al freddo e dalla mancanza di spazio. Molti sono assistiti dal nostro personale medico per ustioni da carburante. Sarebbe un segnale di umanità importante da parte del nuovo governo risparmiare a queste persone un’altra notte in mare». 

Tra i naufraghi ci sono 47 donne, alcune in stato di gravidanza, un terzo dei 363 a bordo sono minorenni, di cui 120 non accompagnati. 

NON SOLO SEA WATCH 3

Anche altri quattro assetti civili di ricerca e soccorso dell’ong tedesca e l’aereo di monitoraggio Moonbird hanno ricevuto dei fermi del governo italiano nel corso del 2020. L’assenza di Sea Watch nelle acque del Mediterraneo ha causato dall’inizio del 2020 a oggi, la morte di quasi mille persone e il respingimento illegale in Libia di circa 18mila persone. 

Ieri il Tribunale amministrativo regionale (Tar) di Palermo ha sospeso i fermi che bloccavano anche un’altra imbarcazione dell’ong, Sea Watch 4, che ora attende che la Corte di giustizia europea si esprima sul caso. 

© Riproduzione riservata