Il presidente del parlamento di Damasco ha annunciato la conferma alla presidenza siriana di Bashar al Assad con il 95,1 delle preferenze. Gli altri due sfidanti nelle elezioni del 26 maggio sono Abdallah Abdallah e Mahmud Marei che hanno ottenuto rispettivamente l’1,5 per cento e il 3,3 per cento dei voti. Percentuali facilmente prevedibili visto che non hanno ottenuto visibilità in campagna elettorale e che in alcune province, dove si combatte ancora, non è stata garantita la possibilità di votare. Infatti, le elezioni presidenziali si sono svolte nelle zone controllate dal governo con il supporto dei russi.

Secondo i dati del presidente del parlamento sono stati 14,2 milioni i cittadini siriani che si sono recati alle urne. Circa il 76,64 per cento degli aventi diritto. Il risultato è simile a quello ottenuto nel 2014 quando, nel bel mezzo della guerra civile, Assad venne anche lì confermato alla guida del paese.

Le polemiche

Il figlio di Hafez Assad, colui che ha governato la Siria dal 1970 al 2000, inizia così il suo quarto mandato che durerà fino al 2028. Non mancano tuttavia le polemiche. Stati Uniti, Regno Unito e Unione europea hanno definito il voto come una farsa per tutta una serie di motivi che vanno dall’assenza di veri candidati d’opposizione forti alla mancata verifica indipendente sul processo di voto. Infatti, una legge nazionale obbliga ai candidati di essere stati residenti continuamente nel paese negli ultimi dieci anni. Un requisito di fatto impossibile per i rifugiati politici che hanno lasciato il paese dal 2011 quando le proteste di piazza portarono allo scoppio della guerra civile.

Le pressioni

Nel giorno delle urne aperte, testimoni hanno riferito che fuori alcuni seggi c’erano rappresentanti russi a vigilare sullo svolgimento del voto. Nelle città di Hama, Tartus, Aleppo e Damasco non c’erano osservatori locali, stranieri e neanche i rappresentanti dei candidati oppositori, ma c’è anche chi ha riferito di aver subito pressioni da alcuni rappresentanti di Baath, il partito di Bashar al Assad che ha una grande influenza in tutto il paese, affinché riconfermassero il presidente alla guida della Siria. Gli studenti dell’università di Damasco hanno invece affermato di essere stati minacciati da esponenti legati al partito di Assad. Gli hanno chiesto il loro voto in cambio dei massimi voti agli esami.

Nonostante le critiche e i negoziati dell’Onu per una nuova costituzione siriana bloccati a Ginevra, Assad governerà per almeno altri sette anni il paese.

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