Sei italiani sono stati condannati al carcere preventivo, senza possibilità di pagare una cauzione di riscatto, in Spagna. Si tratta di cinque uomini e una donna arrestati ieri a Barcellona, ​​con l'accusa di tentato omicidio, appartenenza a un gruppo criminale, disordini pubblici e danni alla proprietà durante le proteste di sabato 27 febbraio per l'arresto del rapper spagnolo Pablo Hasél. Il tribunale superiore di giustizia della Catalogna ha condannato anche altre due ragazze, una francese e l'altra spagnola.

Gli otto giovani sono stati riconosciuti infatti come appartenenti a un movimento anarchico e denunciati dai Mossos, la polizia catalana, e per aver dato fuoco a una camionetta della guardia urbana, mettendo in pericolo la vita di un agente che si trovava all'interno del furgone al momento dell'incendio, il quale ne è poi uscito illeso. Inoltre, agli arresti è stato imputato il danneggiamento di sportelli bancari, negozi e altri luoghi della città.  

Secondo gli inquirenti catalani, «hanno agito in modo violento, organizzato e mirato contro la polizia».

LE PROTESTE

Dopo l'arresto di Hasel a Lleida lo scorso 16 febbraio, la Spagna si è divisa tra i sostenitori del cantante e chi, al contrario, difende la corona spagnola. Nelle ultime settimane, si sono verificati violenti scontri a Barcellona, ​​Valencia e Madrid, a seguito dei quali sono stati registrati 80 fermi e 100 feriti. 
La protesta di sabato 27 febbraio era partita dalla Rambla in maniera pacifica, fino a che un gruppo di manifestanti non ha impugnato martelli e altri attrezzi, distruggendo tutto quello che aveva intorno. Agendo in modo organizzato e programmato, secondo quanto riportato dalle forze dell'ordine, mentre il resto dei presenti li difendevano per evitare il loro arresto.

CHI È PABLO HASÉL

Il rapper spagnolo è stato condannato a nove mesi di reclusione con l'accusa di incitazione al terrorismo e oltraggio alla corona. 
I Mossel l'hanno arrestato martedì 16 febbraio nell'università di Lleida, all'interno della quale Hasél si era barricato. 

Decine di poliziotti, dopo aver circondato dalle prime luci del mattino l'edificio con diversi camionette, hanno fatto irruzione nel rettorato abbattendo le barriere messe in piedi con sedie e banchi dagli altri studenti per proteggere il rapper spagnolo. 

Da quel giorno sono partite le proteste per denunciare la regolazione della libertà di espressione in atto dal governo.  

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