Non è la prima volta però che le truppe israeliane sparano sui civili accorsi in massa per ottenere un pacco alimentare. Era accaduto anche nel primo giorno in cui la Gaza humanitarian foundation ha distribuito gli aiuti. L’esercito israeliano: «Siamo attualmente all’oscuro dei feriti causati dal fuoco delle Idf all'interno del sito di distribuzione di aiuti umanitari»
Sono almeno 31 i palestinesi uccisi dall’esercito israeliano mentre si trovavano nel centro di distribuzione di aiuti umanitari a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Secondo l’emittente qatariota Al Jazeera: «Le forze israeliane hanno aperto il fuoco sui palestinesi radunati nei siti di distribuzione degli aiuti gestiti da un gruppo sostenuto dagli Stati Uniti nella parte meridionale e centrale di Gaza, uccidendo almeno 39 persone a Rafah e un’altra nei pressi del corridoio di Netzarim». In mattinata il ministero della Salute di Gaza ha fatto sapere che erano 31 i morti e 200 i feriti.
Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno dichiarato di «essere attualmente all’oscuro dei feriti causati dal fuoco delle Idf all'interno del sito di distribuzione di aiuti umanitari. La questione è ancora in fase di valutazione». Non è la prima volta però che le truppe israeliane sparano sui civili accorsi in massa per ottenere un pacco alimentare. Era accaduto anche il 27 maggio scorso, nel primo giorno in cui la Gaza humanitarian foundation ha distribuito gli aiuti.
Il nuovo piano umanitario varato dal governo israeliano, di concerto con quello statunitense, è un fallimento. Per settimane le Nazioni unite e le ong che operano da anni nella Striscia hanno sollevato forti criticità verso un sistema che privatizza gli aiuti e li militarizza. Ciò nonostante il piano è partito lo stesso e al momento non è in grado di sopperire alle esigenze della popolazione ridotta alla fame dopo oltre 80 giorni di assedio totale della Striscia, nel quale non è entrato neanche un tir.
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