L’ex consigliere di Donald Trump Steven Bannon ha annunciato oggi che la procura di New York lo metterà presto in stato di accusa per frode. Secondo una fonte vicina al caso, Bannon intende consegnarsi alla polizia in giornata. Nel comunicato ha respinto tutte le accuse, molto simili a quelle che hanno portato al suo arresto nel 2020 e poi al suo perdono da parte di Trump nell’ultimo giorno della sua presidenza. Bannon dice che in entrambi i casi si è trattato di accuse politiche e che «come hanno fallito l’altra volta, falliranno anche in questa».

Il consigliere in disgrazia

Bannon, 68 anni, è un giornalista e attivista politico molto apprezzato dall’estrema destra americana. Fondatore e a lungo direttore del sito estremista Breitbart news è stato per un breve periodo consigliere di Donald Trump in campagna elettorale e alla Casa Bianca, in seguito alla vittoria del 2016.

Bannon è stato cacciato dallo staff di Trump nell’estate 2017, dopo la marcia neonazista a Charlotsville e l’attacco terroristico contro la manifestazione di chi contestava l’estrema destra, in cui una persona è morta e 35 sono rimaste ferite. Bannon è considerato l’ispiratore dei primi commenti, in cui Trump non aveva mai esplicitamente criticato l’attentatore o il raduno di estremisti, incolpando genericamente tutte le parti in causa.

Ma dopo la separazione i rapporti tra i due sono rimasti buoni ancora per mesi, fino che la pubblicazione di un libro inchiesta sull’amministrazione Trump ha rivelato i commenti moto duri fatti da Bannon sul figlio di Trump. La separazione è stata completa, a quel punto, con Trump che ha definito Bannon «uno che ha perso la testa».

Bannon però è rimasto comunque un fedele sostenitore di Trump e oggi sostiene che il suo appoggio all’ex presidente sia la vera ragione dell’indagine nei suoi confronti. Dopo diversi tour in Europa in cui ha cercato di creare, con scarso successo, una nuova internazionale conservatrice e di rilanciare la sua figura, oggi Bannon conduce un programma radio pro-Trump e continua a diffondere le sue teorie del complotto.

L’accusa di frode

Per la procura di New York, Bannon avrebbe messo in atto una frode nei confronti di alcuni donatori della campagna per la costruzione di un muro al confine con il Messico, una delle principali promesse elettorali di Trump nel 2016.

Due persone collegate al caso dovrebbero ricevere la loro sentenza entro dicembre, mentre nel 2020 Bannon era già stato indagato e poi arrestato con queste accuse in un procedimento portato avanti dalla procura federale. Il caso si è concluso bruscamente prima del processo quando Trump ha perdonato Bannon nel suo ultimo giorno da presidente.

I presidenti degli Stati Uniti possono perdonare soltanto accuse federali. Per questo la procura di New York può tornare ad accusare Bannon degli stessi crimini. Ma il procedimento non sarà automatico. In caso di ricorso degli avvocato di Bannon, un giudice terzo potrebbe stabilire che l’attuale procedimento non può proseguire perché troppo simile a quello per cui Bannon è già stato perdonato. Di recente, lo stato di New York ha modificato le sue leggi per rendere questa eventualità meno probabile, ma l’esito del caso rimane tutt’altro che scontato.

© Riproduzione riservata