I Talebani hanno dichiarato di aver conquistato il Panjshir, l’ultima provincia afghana che mancava al loro controllo. Durante una conferenza stampa, lunedì 6 settembre, il portavoce del gruppo, Zabihullah Mujahid, ha detto ai giornalisti che si tratta della «fine della guerra» in Afghanistan. E mentre nel nord dell’Afghanistan le donne sono tornate a manifestare per chiedere che siano garantiti i loro diritti fondamentali, i Talebani sono stati accusati di aver ucciso una poliziotta incinta domenica 5 ottobre. Gli Stati Uniti, intanto, hanno confermato la prima evacuazione di cittadini americani dal ritiro del 31 agosto.

Evacuati quattro cittadini Usa

Gli Stati Uniti hanno confermato l’evacuazione di quattro cittadini americani via terra. È la prima ad avere luogo da quando le forze militari statunitensi hanno lasciato l’Afghanistan. Quattro aerei americani, che dovrebbero permettere ad alcune famiglie afghane di fuggire dal paese, sarebbero intanto bloccati da giorni nell’aeroporto di Mazar-e-Sharif, come riporta Npr e come ha denunciato su Fox News un deputato repubblicano del Texas, Michael McCaul. 

L’omicidio della poliziotta

Miliziani talebani sono stati accusati di aver ucciso Banu Negar, agente di polizia incinta di otto mesi, davanti alla sua famiglia. L’esecuzione, secondo quanto riportato dalla BBC, sarebbe avvenuta nella provincia di Ghor, nell’Afghanistan centrale. Il portavoce dei Talebani Zabihullah Mujahid ha negato che siano stati i miliziani a sparare alla donna, dicendo che è in corso un’indagine e ricordando che è stata dichiarata un’amnistia per tutti quelli che lavoravano per il precedente governo. 

Le proteste delle donne 

Le donne afghane continuano a chiedere il rispetto dei propri diritti, come è avvenuto oggi con una dimostrazione nella città di Mazar-e-Sharif, nel nord del paese. Secondo quanto riportato dalla BBC, i Talebani avrebbero minacciato le manifestanti: «Hanno detto che se non ci fossimo disperse velocemente, ci avrebbero picchiate a morte», ha dichiarato una delle partecipanti. La donna ha anche detto che i militanti avrebbero minacciato chiunque tentasse di filmare la manifestazione.

I combattimenti 

Il regime ha intanto dichiarato vittoria negli scontri contro il Fronte nazionale di resistenza. «Abbiamo fatto del nostro meglio per risolvere la questione con dei negoziati, ma loro si sono rifiutati», ha dichiarato Mujahid durante la conferenza stampa di lunedì. Come riporta l’Associated Press, durante la notte fra domenica 5 e lunedì 6 settembre, migliaia di combattenti talebani avrebbero invaso gli otto distretti del Panjshir.

I Talebani hanno diffuso immagini in cui si vede la loro bandiera issata nella capitale della regione. Mujahid ha detto in conferenza stampa lunedì che la popolazione del luogo non ha nulla da temere dal nuovo regime: «Non c'è bisogno di altri combattimenti. Tutta la gente del Panjshir e coloro che vivono nel Panjshir sono nostri fratelli e fanno parte del nostro paese». Decine di famiglie sono fuggite durante l’offensiva dei Talebani, rifugiandosi nelle montagne. 

Il messaggio di Massoud 

Ancora non si conosce con certezza il destino dei leader della resistenza anti-talebana, Ahmad Massoud e l’ex vicepresidente Amrullah Saleh. Saleh potrebbe essere riuscito a fuggire in Tajikistan, come ha riferito Mujahid ai giornalisti, ma la notizia non è confermata. Il portavoce del Fronte nazionale di resistenza, Ali Nazary ha confermato che il leader 32enne, figlio di Ahmad Shah Massoud, è vivo e al sicuro. 

Massoud ha diffuso un messaggio attraverso i suoi canali social, affermando che le forze della resistenza sono ancora presenti nel Panjshir in alcune «posizioni strategiche», come riportato da Al Jazeera. Il leader ha esortato la popolazione a insorgere contro il regime dei Talebani: «Ovunque voi siate, dentro o fuori dal paese, vi invito a dare inizio a un’insurrezione nazionale per la dignità, la libertà e la prosperità del nostro paese». Massoud ha anche accusato la comunità internazionale di aver legittimato i Talebani.  

La morte di Fahim Dashti 

È stata intanto confermata la morte di Fahim Dashti, portavoce del Fronte nazionale della resistenza: secondo quanto riportato dal gruppo anti-talebano, Dashti sarebbe morto durante l’offensiva dei Talebani

Il portavoce dei Talebani, Mujahid, ha invece detto ai giornalisti lunedì che Dashti sarebbe stato ucciso in uno scontro fra due comandanti della resistenza. 

La reazione dell’Iran

Il ministro degli Esteri dell’Iran, Saeed Khatibzadeh, ha intanto condannato «fortemente l’aggressione» dei Talebani nel Panjshir e ha definito la situazione «preoccupante», come riportato dal Teheran Times.

La formazione del governo 

Durante la conferenza stampa di lunedì, Mujahid ha confermato che la presentazione del nuovo governo talebano è prevista per i prossimi giorni. Come riporta la BBC, sarà inizialmente un governo provvisorio. Il portavoce ha detto che, prima di annunciare la composizione dell’esecutivo, si sta cercando di risolvere alcune «questioni tecniche». Mujahid ha anche affermato che il governo sarà «inclusivo» e che alle donne sarà permesso di tornare a lavorare. Come riporta l’Associated Press, i Talebani hanno parlato di «problemi di sicurezza» come giustificazione per il mancato ritorno delle donne alle loro occupazioni professionali. 

Alle domande sulla salute del leader supremo, Hibatullah Akhundzada, che non è ancora apparso in pubblico,  Mujahid ha risposto dicendo che è vivo e che presto si farà vedere.  

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