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Pur trattandosi di una minaccia universale – il cambiamento climatico è globale e interessa ogni parte del pianeta – gli effetti non sono uguali, ma si concentrano nelle fasce equatoriali del pianeta, che sono anche, purtroppo, molte delle zone più povere del mondo.
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Gli scienziati hanno detto in modo abbastanza inequivocabile che abbiamo già perso l’opportunità di evitare gravi e significativi danni. Siamo a un punto in cui si pensa a strategie per ridurre al minimo queste perdite e questi impatti più che evitarli.
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Fare questo richiederà una transizione molto più rapida di quanto la maggior parte delle nostre politiche e gran parte della nostra politica abbia mai veramente tollerato in passato. Il testo fa parte del numero di Scenari dedicato alla transizione ecologica. Per leggere tutti i contributi è possibile abbonarsi qui.
Yascha Mounk: Lei ha scritto uno dei libri più venduti sul cambiamento climatico. Perché il cambiamento climatico dovrebbe davvero preoccuparci secondo lei? David Wallace-Wells: Oggi che il clima ci sembra relativamente stabile, se non leggermente alterato agli estremi, il pianeta è già tra l’1,1C° e l’1,3C° più caldo della media preindustriale. E non sembra tanto. Ma ora siamo a un punto più caldo di quanto non lo siamo mai stati nella storia della civiltà umana. Questo significa che tutto



