Gli avvocati di Donald Trump hanno chiesto alla Corte suprema degli Stati Uniti di intervenire nel caso dei documenti governativi sequestrati dagli inquirenti nella residenza di Mar-a-Lago dell’ex presidente. 

Secondo i legali, la Corte d’appello di Atlanta avrebbe commesso un errore tecnico, non avendo l’autorizzazione di indicare un referente per valutare i documenti confiscati. Gli avvocati però non vogliono intervenire sul diritto degli inquirenti a utilizzare i documenti riservati nelle loro indagini sull’ex inquilino della Casa bianca. 

La strategia

Anche un’eventuale vittoria di Trump sarebbe di poco conto: semplicemente, il referente potrà iniziare a valutare i documenti, ma contemporaneamente gli inquirenti continueranno comunque a lavorare. 

A grandi linee, la richiesta dell’ex presidente mira a riportare in vigore una decisione precedente presa da un giudice nel caso, che aveva ordinato di escludere dalla valutazione del referente dei documenti quei dossier sottoposti al segreto di governo o al segreto professionale. In ogni caso, questa decisione non impatterebbe sul lavoro del dipartimento di Giustizia, che sta lavorando su possibili condotte improprie di Trump riguardanti materiali governativi. 

Nonostante in questo momento la Corte propenda verso una linea conservatrice, con tre dei sei giudici che sono stati scelti dallo stesso Trump, in passato l’organo supremo ha respinto richieste simili a questa dell’ex presidente. 

Nei giorni scorsi l’ex presidente, che ha a che fare con diverse vicende giudiziarie in contemporanea, ha anche querelato la Cnn per diffamazione

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