Il presidente americano, Donald Trump, ha firmato un nuovo pacchetto di misure economiche volte a contrastare la crisi dovuta alla pandemia in corso. I nuovi interventi valgono nel complesso 900 miliardi di dollari e rappresentano una delle maggiori manovre economiche mai approvate dagli Stati Uniti. Tra le varie misure a favore delle persone colpite dalle crisi figurano l’estensione dei sussidi statali per dodici milioni di disoccupati e l’elargizione di 300 dollari settimanali ai disoccupati che già ricevono aiuti economici. La firma di Trump non era scontata. In precedenza il presidente americano aveva definito il nuovo pacchetto deciso dai membri del Congresso come «una disgrazia».

I ritardi e la carica dei duemila

Nel corso della scorsa settimana, Trump aveva più volte detto di considerare il nuovo piano economico «uno sperpero economico» e una misura che «non aveva niente a che fare con il Covid-19». Una delle richieste del presidente repubblicano era quella di rialzare i benefit per i disoccupati dai 600 dollari previsti a duemila.

La proposta era stata presentata in aula dalla presidente della Camera, Nancy Pelosi, ma era stata, curiosamente, bocciata dai compagni di partito del presidente, preoccupati che un aumento dei sussidi comportasse problemi nel bilancio federale. Trump aveva, quindi, lasciato negli ultimi giorni molti molti dubbi sulle sue reali intenzioni sul pacchetto.

Un’eventuale mancata firma delle nuove misure avrebbe comportato la chiusura di diverse agenzie governative. Il ritardo nella firma non è comunque stato privo di conseguenze dolorose per i più bisognosi: alcuni disoccupati potrebbero infatti non riuscire a ricevere i pagamenti dell’ultima settimana del 2020 per via della mancata autorizzazione federale. 

Per motivare la sua decisione, Trump aveva detto di avere ricevuto rassicurazioni dai membri del suo partito sull’aumento dei benefici economici a duemila euro. Ma l’innalzamento dei sussidi non è stato citato dal capigruppo dei senatori repubblicani, Mitch McConnell, nella sua dichiarazione finale sul pacchetto.

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