I servizi segreti rassicurano: se Valdimir Putin ci togliesse il metano russo dall’oggi al domani comunque l’Italia resisterebbe senza dover spegnere tutto. Si legge nel rapporto annuale del Dipartimento per le informazioni per la sicurezza diretto da Elisabetta Belloni.

L’Italia, riporta la relazione, dipende quasi totalmente dalle importazioni, un dato che aveva espresso con allarme anche il presidente del Consiglio Mario Draghi. L’intelligence lo ribadisce: «La strutturale ed elevata dipendenza dell'Italia dalle importazioni di gas, superiore al 95 per cento, è un elemento di criticità per la sicurezza dell'approvvigionamento nazionale». Tuttavia l’Italia ha diverse fonti di approvvigionamento e «una dotazione di infrastrutture di stoccaggio in grado di compensare la stagionalità della domanda», dunque le variazioni dei consumi se fa caldo o se fa freddo, «nonché eventuali problemi di funzionamento di un gasdotto o di un terminale di rigassificazione» per il gas naturale liquido.

Il sistema infrastrutturale italiano, si legge, è in grado così di «soddisfare, grazie alla ridondanza, livelli di domanda molto elevati anche in caso di interruzione della principale infrastruttura di importazione», ossia «del gasdotto che trasporta i flussi in arrivo dalla Russia fino al punto di ingresso di Tarvisio e che, nel 2021, ha veicolato il 38 per cento del fabbisogno nazionale».

Lo scenario di guerra

Il rapporto però considera lo scenario al 2021, ovvero prima che Putin avviasse l’invasione dell’Ucraina. Se l’Italia sarebbe in grado di far fronte a un ammanco prolungato di gas, è tutta un’altra storia. L’attacco russo all’Ucraina e la risposta attraverso le sanzioni dell’Unione europea insieme a quelle degli Stati Uniti e della Gran Bretagna, hanno aperto alla possibilità che l’ammanco di metano sia più che un’interruzione.

L’ipotesi di un tubo distrutto – la rotta attraversa proprio l’Ucraina – , le ritorsioni di Putin o l’esclusione finanziaria dei pagamenti di metano attraverso il sistema Swift, hanno reso concreta la possibilità di uno stop totale per più tempo.

L’anno scorso la Russia ha fornito 29 miliardi di metri cubi di gas, battendo di gran lunga l’Algeria, secondo paese di provenienza (da cui abbiamo importato 21 miliardi di cubi) e via via tutti gli altri paesi fornitori. I consumi totali di imprese e famiglie, inclusi i fabbisogni di elettricità soddisfatti dalle centrali a gas, sono stati di 76 miliardi di metri cubi.

Il governo ha perciò deciso di incrementare l’utilizzo di altre fonti altamente inquinanti, sia il carbone sia l’olio combustibile (derivato del petrolio), qualora venisse del tutto a mancare per un lungo periodo il metano fornito da Gazprom, la società di stato russa del gas. Come sottolineano il governo e il Dis, l’emergenza sarebbe tuttavia già affrontabile e non sarebbe necessario ricorrere a interruzioni improvvise di luce e gas.

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