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Negli ultimi anni pochi accordi europei sono stati sottoposti a una specie di stress test permanente, dovuto al mutare del contesto, come il patto di stabilità e crescita, la cui sospensione degli obblighi è stata prorogata fino al 2023, prima a causa della pandemia, poi della guerra ucraina.
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La sorpresa oggi è che quella sospensione non ha portato al crollo economico dell’Ue né a problemi di bilancio insormontabili.
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La sfida dunque è quella di garantire bilanci pubblici sani, senza per questo imbrigliare le economie europee con parametri che impediscono il circolo virtuoso tra investimenti, crescita e riduzione del debito. L’idea di stabilire delle soglie di riferimento è corretta, ma i parametri di ieri non sono migliori di altri in assoluto. E basta l’evidenza dei fatti per dimostrarlo. Il testo fa parte del nuovo numero di Scenari, scopri quali sono gli altri contributi. Per leggerli tutti è possibile abbonarsi qui.
Negli ultimi anni pochi accordi europei sono stati sottoposti a una specie di stress test permanente, dovuto al mutare del contesto, come il patto di stabilità e crescita. Il dibattito sul suo funzionamento per anni ha alimentato accesi contrasti nella famiglia europea. Nel 2020, l’impatto del Covid-19 ci ha però costretti a rispondere con decisioni inimmaginabili anche soltanto nel dicembre 2019. La commissione europea ha garantito maggiore flessibilità ai paesi che hanno dovuto sostenere sp



