L’Alto commissario per i diritti umani delle Nazioni unite Volker Turk si è detto preoccupato per la creazione di centri per i migranti nei paesi terzi. Il riferimento è al protocollo firmato tra l’Italia e l’Albania dalla premier Giorgia Meloni e il suo omologo Edi Rama.

«La situazione per i migliaia di migranti rifugiati in Europa resta estremamente difficile. È doloroso vedere che le discussioni si intrecciano con il populismo e la demagogia. La tendenza preoccupante di esternalizzare le procedure di asilo mandando i migranti in paesi terzi non fa che alimentare i timori per i diritti dell'uomo», ha detto Turk parlando all'Eurocamera.

«Il patto Ue sulla migrazione è una chance di andare oltre le dichiarazioni politiche. Spero che i negoziati siano basati sempre sul rispetto dei diritti», ha spiegato Turk.

Sul protocollo si è espressa anche la commissaria europea agli Affari interni Ylva Johansson, che ha accompagnato Meloni per la firma del Mou con il presidente tunisino Kais Saied, si è limitata a dire che «l’Italia sta rispettando il diritto dell’Unione europea, quindi le regole sono le stesse, ma dal punto di vista legale non è la legge dell’Ue, bensì la legge italiana che segue la legge dell’Ue».

L’accordo con l’Albania

Secondo l’accordo, l’Italia trasporterà in Albania i migranti soccorsi in mare dalle imbarcazioni della Guardia costiera e della Guardia di finanza. Arriveranno al porto di Shengjin, dove saranno smistati e identificati, prima di essere mandati a Gjader, in una struttura simile a un centro di permanenza per il rimpatrio (cpr). Il governo italiano stima che in Albania transiteranno circa 36mila migranti l’anno, non più di tremila alla volta. Il costo dell’operazione per l’Italia è di circa 16.5 milioni di euro per il primo anno e l’accordo ha validità di cinque (prorogabili).

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