Le autorità turche hanno aperto un‘indagine sull’app di messaggistica Whatsapp accusata di violare la privacy dei consumatori che sono stati recentemente obbligati a condividere alcuni dati personali con Facebook, il social network fondato da Mark Zuckerberg che ha rilevato l’app. La mossa del governo turco arriva a distanza di un giorno da un’altra indagine contro i due social questa volta decisa dall’autorità che si occupa della competizione. Tra i dati che Whatsapp ha condiviso con Facebook ci sono i numeri di telefono degli utenti e la loro geolocalizzazione. 

Una guerra non nuova

Le indagini avviate dalla Turchia contro Facebook e Trump non sono le prime azioni del governo del presidente, Recep Tayyip Erdogan, contro il mondo dei social media. Nel luglio dell’anno scorso, l’esecutivo ha introdotto una nuova legge nota come Social Media Law che poneva sotto un maggiore controllo statale le piattaforme social attive nel paese. Tra le misure previste dalla nuova legge c’era infatti la nomina di un responsabile governativo nella struttura aziendale dei social. Molte aziende tra cui Twitter, Facebook e TikTok hanno però ignorato le norme incorrendo quindi in una multa di  dieci milioni di lire turche.

Le polemiche negli altri paesi

Le decisioni di Facebook hanno scatenato polemiche anche in altri paesi: negli Stati Uniti il social ha oscurato il profilo del presidente americano, Donald Trump, accusato di avere incitato all’assalto del Congresso i suoi sostenitori il 6 gennaio. La decisione ha provocato critiche da diversi leader europei, tra cui la cancelliera tedesca, Angela Merkel, che pur condannando le azioni di Trump hanno criticato l’eccessivo potere di Facebook. Anche in Uganda Facebook è nell’occhio del ciclone dopo la sua decisione di bloccare i profili dei membri del governo ugandese accusati di avere diffuso fake news in vista delle elezioni presidenziali previste per il 14 gennaio. 

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