Dopo la decisione di oscurare il profilo del presidente americano, Donald Trump, Facebook è intervenuto per contrastare in maniera radicale la diffusione di fake news legate alla politica ugandese. Il social fondato da Mark Zuckerberg ha bloccato diversi esponenti del governo ugandese e del partito che guida il paese da 35 anni. L’accusa contro i politici è di avere continuato a immettere notizie false nel corso della campagna per le presidenziali che si svolgeranno il 14 gennaio di quest’anno. I membri del governo hanno accusato Facebook di volere censurare i loro messaggi elettorali e di cercare di ostacolare la riconferma del presidente, Yoweri Museveni.

Cosa sta succedendo in Uganda?

La decisione arriva quindi alle porte del voto che ha visto un progressivo aumento della tensione tra i sostenitori del presidente Yoweri Museveni e il leader dell’opposizione e cantante pop, Bobi Wine. Al potere dal 1986, Museveni ha finora represso duramente le proteste dei fan di Wine che lo accusano di essersi ormai tramutato in un dittatore. Nel corso della campagna elettorale, Wine è stato arrestato a più riprese perché accusato di avere violato le misure anti Covid decise dal governo. Gli scontri tra la polizia e i sostenitori di Robert Kyagulanyi, questo il vero nome di Wine, hanno causato la morte di 54 persone e il ferimento di altre 600. 

Le polemiche negli Stati Uniti

La decisione di Facebook di oscurare il profilo dei membri del governo ugandese arriva a distanza di pochi giorno da un altro oscuramento che ha colpito il profilo del presidente americano, Donald Trump, accusato di avere infranto le regole del social e di rappresentare un «pericolo» dopo che i suoi sostenitori hanno preso d’assalto il Congresso intento a eleggere formalmente il presidente eletto, Joe Biden. Anche Twitter ha bloccato Trump a tempo indefinito, Inoltre, il social sovranista Parler è stato chiuso a seguito dell’ostracismo praticato da Apple, Amazon e Google. 

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