la mossa di pechino

Xi colpisce l’unicorno Jack Ma per educare i colossi fintech

Il 9 aprile scorso, ad Alibaba è stata appioppata una multa di 2,75 miliardi di dollari per aver violato la legge anti-monopolio della Cina foto AP
Il 9 aprile scorso, ad Alibaba è stata appioppata una multa di 2,75 miliardi di dollari per aver violato la legge anti-monopolio della Cina foto AP

La punizione esemplare del Partito comunista contro Alibaba e il suo fondatore per ripristinare la concorrenza in un settore chiave dell’economia (che vale un terzo del Pil) e costringere le imprese a investire in ricerca

  • Al netto di fugaci comparse e della vox populi, la realtà è che Jack Ma, icona dell’imprenditoria privata cinese, da mesi è assente dalla scena pubblica.
  • I guai di Ma erano incominciati il 24 ottobre scorso, quando durante un dibattito aveva criticato le banche di stato e i meccanismi regolatori, paragonandoli a un «banco dei pegni», e il sistema finanziario cinese.
  • Non è un caso che il mese scorso anche nel quartiere generale pechinese di Alibaba sia stato inaugurato un comitato aziendale del Partito. Se e come un controllo politico sempre più capillare si rivelerà compatibile con lo sviluppo dinamico di questi settori rimane una questione tutta da chiarire.

Un’apparizione, 50 secondi, il 20 gennaio scorso, per elogiare in video conferenza le politiche del governo nelle aree rurali della Cina e un’altra, il 15 aprile, visibilmente annoiato durante un discorso di Vladimir Putin alla Società geografica russa. Tra l’una e l’altra una ridda di voci: «Ammazza il tempo allenandosi a tai chi quan», «è sempre a dipingere», e così via. Al netto di fugaci comparse e della vox populi, la realtà è che Jack Ma (al secolo Ma Yun), icona dell’imprenditoria privat

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