Anche Macron ha avuto un colloquio con il presidente ucraino e ha ribadito il pieno sostegno a Kiev, che chiede difese aeree e missili: «Se la Russia persiste nel suo ostinato bellicismo e nel rifiuto di sedersi al tavolo dei negoziati, dovrà pagarne il prezzo», ha detto il capo dell’Eliseo
In soli due giorni il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il presidente statunitense Donald Trump si sono sentiti al telefono due volte. Lo ha fatto sapere Zelensky su X sostenendo che «anche la conversazione di oggi è stata molto produttiva»: sabato 11 ottobre, i due – si legge nel tweet – hanno «concordato una serie di argomenti da discutere». Tra questi, «la difesa della vita nel nostro paese, il rafforzamento delle nostre capacità – nella difesa aerea, nella resilienza e nelle capacità a lungo raggio».
I due hanno poi affrontato il tema energetico. Ringraziando Trump, Zelensky ha assicurato che «è ben informato su tutto ciò che sta accadendo» e che il dialogo continua, anche attraverso entrambi i team che si occupano dei lavori preparatori.
Sabato il presidente ucraino si era complimentato con l’omologo per l’accordo sul cessate il fuoco a Gaza, sul rilascio degli ostaggi israeliani e dei detenuti palestinesi, sollecitando un intervento anche nei confronti di Mosca: «Se una guerra può essere fermata in una regione, allora sicuramente anche altre guerre possono essere fermate, inclusa quella russa», aveva scritto su X.
La telefonata con Macron
A dare notizia del colloquio con Zelensky è stato su X lo stesso Macron, che ha ribadito il pieno sostegno a Kiev da parte della Francia e ha condannato i recenti attacchi russi contro le infrastrutture energetiche ucraine.
«Mentre l’accordo raggiunto a Gaza offre un barlume di speranza per la pace in Medio Oriente, anche la guerra in Ucraina deve finire», ha scritto il presidente francese, ricordando che «se la Russia persiste nel suo ostinato bellicismo e nel rifiuto di sedersi al tavolo dei negoziati, dovrà pagarne il prezzo».
Il capo dell’Eliseo ha inoltre denunciato i bombardamenti russi che «colpiscono le infrastrutture critiche e, di fatto, la popolazione civile alla vigilia dell’inverno». La Francia e altri partner internazionali stanno valutando nuove forme di assistenza per il ripristino e la protezione dei servizi essenziali. Nella notte tra venerdì e sabato, a Odessa c’è stato il blackout dopo l’attacco russo sulle infrastrutture energetiche. Così è accaduto la notte prima anche a Kiev: per la prima volta da oltre un anno la città è rimasta senza corrente, a causa della distruzione di una delle centrali termiche chiave per gli approvvigionamenti elettrici della capitale dell’Ucraina.
Le infrastrutture per il trasporto dell’energia e gas sono state colpite di nuovo nella notte tra sabato e domenica. Il ministero dell’Energia di Kiev ha fatto sapere che sono in corso i lavori di ripristino. Intanto Zelensky è tornato a chiedere a Macron maggiori difese aeree e missili: sono «esigenze prioritarie», ha scritto sui social.
Sguardo altrove
Secondo il presidente ucraino Mosca si sta permettendo un’escalation perché il mondo è concentrato sulla pace in Medio Oriente. Occorre non distogliere l’attenzione dall’Ucraina, ha ricordato, e continuare a esercitare pressioni sulla Russia, con sanzioni, dazi e altre azioni congiunte, anche contro gli acquirenti di petrolio russo. Un approccio, ha aggiunto Zelensky, «che può aprire la strada a una pace duratura per l’Europa». E può accadere «parallelamente al processo di pace in Medio Oriente».
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