- Ancora una volta lo spettro di una nuova crisi finanziaria appare difficile da comprendere per i cittadini. Mentre siamo pronti a manifestare per le decisioni della politica, le logiche economiche ci appaiono misteriose, anche se possono portare a conseguenze non meno gravose.
- Questo avviene perché da oltre un secolo tra politica ed economia si è inserito il progresso scientifico che è diventato sempre più iperspecializzato e ha trovato proprio nell’economia il partner ideale. E ciò ha escluso la politica dalla possibilità di dare finalità e direzione allo sviluppo.
- Se la «padronanza del mondo» di cui parlava Max Weber è gestita solo da sapere scientifico e potenza economica, il risultato rischia di non essere sinonimo di progresso. Per realizzarla, occorre un progetto che rimetta l’uomo al centro, altrimenti anche il futuro rischia di rimanere sempre incomprensibile.
Per questa volta forse riusciremo a scamparla. La crisi finanziaria che si è affacciata la scorsa settimana sui nostri notiziari sembra poter evitare gli effetti disastrosi delle precedenti. E tuttavia i meccanismi che l’hanno generata sono rimasti per lo più oscuri a chi non opera nel mercato, pur essendo potenzialmente non meno gravosi di un aumento dei tassi di interesse, di una riforma delle pensioni o del taglio ai sussidi sociali. Decisioni che invece sentiamo molto vicine e per le quali



