Mercoledì scorso il premier Mario Draghi è stato chiaro: «Alcune regioni trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale». Purtroppo la denuncia non ha dato luogo a decisioni. È caduta nel vuoto come il punto di vista di un qualsiasi opinionista da talk show. Ma la situazione è gravissima e richiede un colpo di timone immediato: ogni ora persa costerà vite umane. Il bollettino di guerra grida vendetta.

Nell’ultima settimana abbiamo avuto 7 morti per milione di abitanti contro i 4 della Francia e degli Stati Uniti e i 2,5 di Germania e Gran Bretagna. Almeno 2.500 dei tremila morti dell’ultima settimana erano over 70. Sono loro l’unica vera categoria a rischio, checché ne dicano i magistrati con la loro forza contrattuale.

Ma dei 10,7 milioni di italiani che hanno più di 70 anni, oltre 8 milioni non hanno ancora visto una dose di vaccino. Solo un milione (uno su dieci) ha avuto la seconda dose. Dei vaccini adatti agli anziani (Pfizer e Moderna) hanno avuto 3,6 milioni di dosi sui 7,2 iniettati.

Oggi moriranno altre centinaia di donne e uomini che dovevano essere i primi e non sono stati vaccinati. E purtroppo hanno ragione i governatori quando dicono di aver obbedito al governo. Le raccomandazioni del 24 marzo scorso contengono un agghiacciante concetto di priorità. Over 80, over 70, personale sanitario, insegnanti, forze dell’ordine, fragili, ospiti delle Rsa sono tutti prioritari, a pari merito.

Quali priorità?

Uno pensa che “priorità” significhi che quando hai finito di vaccinare la prima categoria passi alla seconda. Macché: la verità è che la priorità agli anziani è stata data nelle interviste e nelle chiacchiere. Il governo ha di fatto autorizzato le regioni a fare come veniva loro più comodo. E quelle hanno dato la precedenza ai “gruppi con forza contrattuale” (i cavalieri del “ce lo siamo meritato”) anziché alle vite da salvare.

Dopo la sfuriata parlamentare di Draghi le cose sono addirittura peggiorate. Negli ultimi quattro giorni la Toscana dell’ineffabile Eugenio Giani ha dato la metà delle dosi di vaccino alla oscura categoria chiamata “altro”, così difficile da definire che palazzo Chigi ha preferito eliminarla dalle statistiche che pubblica.

Così abbiamo 1,2 milioni di vaccini che, è ufficiale, non si sa (o non si vuol dire) a chi siano stati fatti. Sappiamo però che negli ultimi quattro giorni la Campania ha destinato alla categoria “altro” (e alla sua forza contrattuale) 40mila delle 76mila dosi iniettate. Questi giochini non solo stanno costando centinaia di vite umane, ma soprattutto rinviano l’uscita dall’emergenza (anche economica) che, dando davvero la priorità agli anziani, poteva già essere in vista.

Anziché partecipare allegramente alle discussioni sulla riapertura dei ristoranti e delle scuole fatte solo per i sondaggi (senza uno straccio di dato reale, come nei bar quando erano aperti), il governo dovrebbe smettere di fischiettare e fare finalmente il suo mestiere, ponendo fine immediatamente alla irresponsabilità omicida di chi gestisce il piano vaccinale.

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