Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie è incentrata sul “rapporto 161” di Ninni Cassarà e Francesco Accordino


Le indagini di polizia giudiziaria e le successive inchieste giudiziarie condotte nel periodo sopra indicato hanno dimostrato in modo inconfutabile che il vero big business del crimine organizzato di stampo mafioso é stato il traffico internazionale degli stupefacenti dal quale ciascuna cosca ha tratto grandi disponibilità finanziare. A riprova di quanto sopra basta accennare:

  • alla denuncia di Spatola più cinquantaquattro; nel maggio del millenovecentottanta le indagini condotte dalla Squadra Mobile, dal Gruppo Carabinieri e dalla Guardia di Finanza di questa città dirette ad identificare colore che operavano nei settori più remunerativi delle attività illecite, permettevano di acquisire concreti elementi di prova in ordine all'esistenza di: una vasta, ramificata e potente organizzazione criminale - mafiosa - facente capo alle famiglie SPATOLA, INZERILLO, GAMBINO e DI MAGGIO; un traffico di sostanze stupefacenti che parttendo da Palermo venivano smerciate negli U.S.A. ed in altri centri dell'Italia settentrionale; un flusso di denaro proveniente dal commercio della droga, che veniva riciclata nel settore edile; rapporti di natura economica tra le famiglie sopra citate e il noto banchiere Michele Sindona;
  • alla denuncia di ALBERTI Gerlando più undici, l 25 agosto 1980 le forze di Polizia, a seguito di servizi informativi, di pedinamento e di intercettazione telefonica pervenivano: all'arresto di Gerlando ALBERTI, CITARDA Vincenzo, BOUSQUET André, RANEM Jean Claude, CHAMPOIT Jean Claude, BUCCOLA Matteo, ANDREINI Attilio e VALGUARNERA Giacomo; alla denuncia in stato d'irreperibilità di DORE' Pietro, QUILICHINI Dominique Antonina, VITALE Anna e VITALE Francesco; alla scoperta di due laboratori clandestini per la trasformazione della droga, allestiti rispettivamente in un fabbricato rustico ubicato in contrada S. Onofrio di S. Nicola L'Arena e in un villino sito in località "Giummarra" agro di Carini;
  • alla denuncia di BADALAMENTI più sedici; in ordine ai delitti di traffico internazionale di sostanze stupefacenti e riciclaggio di ingenti somme di denaro provenienti dalle illecite attività;
  • alla denuncia di GALLINA Salvatore più nove e al sequestro di chilogrammi 10,272 di eroina; dal dicembre millenovecentottanta al febbraio millenovecentottantuno dal controllo delle utenze telefoniche della rete di Palermo e di Certaldo (FI) emergevano elementi che portavano alla denuncia dei prevenuti e al sequestro rispettivamente a Firenze e a New York di due partite di stupefacenti; giova evidenziare che GALLINA Salvatore, è notoriamente legato alla famiglia di BADALAMENTI Gaetano e che é stato colpito da mandato di cattura emesso dal Giudice Istruttore Dottor FALCONE nell'ambito dell'inchiesta a carico di SPATOLA Rosario ed altri;
  • alla denuncia di COPPOLA Francesco più dieci; le indagini svolte a Palermo dal dicembre millenovecentottanta al febbraio millenovecentottantuno, su un'organizzazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti consentivano di stabilire evidenti collegamenti tra gli associati palermitani ed elementi operanti nella zona Roma – Pomezia facenti capo al noto boss mafioso COPPOLA Francesco. Nel corso dell'operazione venivano sequestrati chilogrammi 0,500 di eroina;
  • alla denuncia di CUTAIA più quattordici; dal marzo al maggio millenovecentottantuno, a seguito alla dichiarazioni rese al Sostituto Procuratore della Repubblica di Roma, Dottor PALMA, da tale OLIVERI Egidio si accertava che l'organizzazione criminale facente capo ai fratelli CUTAIA, aveva il compito di far giungere dal Medio Oriente in Sicilia, notevole quantità di morfina base che trasformata in eroina veniva poi venduta negli U.S.A;
  • alla denuncia di GILLET Albert, le indagini conseguenti all'arresto del belga GILLET Albert, trovato il 3 maggio 1980 all'aeroporto Leonardo da Vinci di Roma, in possesso di chilogrammi 8 di eroina, portavano all'identificazione di una vasta e potente organizzazione criminale mafiosa dedita al traffico internazionale di stupefacenti, facenti capo in Italia a MAFARA Francesco e in U.S.A. a CEFALU' Richard. L'autorità Giudiziaria di Palermo emetteva mandato di cattura nei confronti di MAFARA Francesco e di altre quattordici persone. E' importante riferire che nel corso delle dichiarazioni rese da Charlier Paul Herich, allo scopo di chiarire il ruolo nella vicenda che aveva condotto GILLET Albert alla incriminazione per traffico di stupefacenti, oltre a confermare il ruolo di MAFARA Francesco nell'ambito dell'organizzazione operante in Palermo, precisava che in questa città esistevano cinque “famiglie” consorziate che gestivano altrettanti laboratori per la fabbricazione dell'eroina.

Gli enormi profitti derivanti dalla raffinazione e dal commercio dell'eroina, concretizzati in un fiume di dollari pervenuti attraverso strade diverse, nella città di Palermo, hanno poi trovato riscontro negli investimenti immobiliari e nell'improvviso sorgere di varie imprese edilizie, come é emerso nel corso degli accertamenti patrimoniali, bancari e finanziari che hanno evidenziato altresì gli incredibili arricchimenti realizzati in tempi assai brevi da mafiosi e da loro congiunti.

Si viene a realizzare, in tal modo, come accade negli Usa per "Cosa nostra" il passaggio dalle “illegittimate activities” alle “1egittimate industries”.

In tale fase di "riciclaggio" delle ricchezze provenienti dal traffico della droga in attività economiche oggettivamente legali, si verifica il coinvolgimento diretto ed indiretto, volontario o coartato, consapevole e non di altri ambienti e strutture sociali, economiche, politiche, amministrative e finanziarie.

Appare opportuno evidenziare, a questo punto, che la potenza dell'organizzazione mafiosa operante in questa città non deriva solo dal numero e dalla qualità dei vari associati, dagli ingenti mezzi economici disponibili o dai legami di mutuo soccorso con altri gruppi criminali anche stranieri, ma soprattutto dalle ramificate commistioni, che essa é riuscita a realizzare col tessuto connettivo sociale ed economico cittadino fondendosi con esso e conseguendo, sulla base di tale "orrido innesto" la disponibilità di una vastissima ed indefinibile "zona grigia".

Essa è costituita da una molteplicità di protettori di mafiosi, favoreggiatori, conniventi, informatori, debitori per denaro o per favori ricevuti; ricattati, intimiditi etc., non soltanto nell'ambito naturale della malavita comune, ma anche in tutti gli altri settori della società: dagli uffici pubblici statali, regionali, provinciali e comunali ai centri di potere politico, alle banche, ai consorzi, ai grandi enti pubblici e privati, alle grosse società private o a partecipazione pubblica.

I gangli vitali della mafia sono costituiti da questa "zona grigia" che la legge non riesce se non epidermicamente a colpire per la sua vastità, ed inesauribilità.

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