Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie pubblicherà ampi stralci della sentenza della Corte d'Assise di Milano che ha condannato all'ergastolo Michele Sindona per l'omicidio dell'avvocato Giorgio Ambrosoli


Verso le ore 13.30 del l° ottobre, uno dei sedicenti sequestratori telefonò nuovamente all' avvocato Gambino dicendogli dì prepararsi, insieme con l’avvocato Guzzi, ad un “incontro” in un luogo che sarebbe stato loro comunicato in seguito, e diffidò il legale dall'informare la polizia o gli avvocati americani, altrimenti – disse – avrebbe potuto «scorrere molto sangue».

Le precise istruzioni per tale incontro – che avrebbe dovuto avvenire a Vienna il giorno 10 ottobre 1979 – furono date dai “rapitori” con una lettera dattiloscritta spedita da Milano a Guzzi il 2 ottobre. Il messaggio tuttavia giunse a destinazione con grave ritardo, solo il 12 ottobre, e questo disguido fece precipitare la situazione.

Venerdì 5 ottobre 1979 il solito ignoto telefonò all'avvocato Guzzi, ritenendo che nel frattempo egli avesse ricevuto la lettera spedita il 2 ottobre e contenente le istruzioni per l'incontro. Avendo appreso che la lettera non era ancora arrivata, chiuse la conversazione dicendo che avrebbe richiamato il giorno 8 ottobre. Poiché anche nella telefonata dell’8 ottobre lo sconosciuto apprese che la lettera non era stata ancora recapitata, invitò Guzzi a tenersi pronto a partire entro pochi giorni per una località che gli sarebbe stata indicata attraverso un messaggero.

Il pomeriggio dello stesso giorno telefonò all'avvocato Guzzi, per conto dei “sequestratori”, una donna, la quale, avendo saputo che la lettera non era ancora arrivata, disse al legale di tenersi pronto a partire con l’avvocato Gambino e preannunciò l'arrivo di un messaggero con una lettera di istruzioni per il viaggio. Poiché tale telefonata, come le precedenti a partire dal 18 settembre, era stata intercettata su disposizione dell'autorità giudiziaria, la polizia effettuò presso lo studio di Guzzi un servizio di appostamento, in esito al quale venne fermato come indiziato di sequestro di persona a scopo di estorsione il messaggero, identificato in Vincenzo Spatola di Palermo, mentre si apprestava a consegnare al legale il preannunciato plico.

La busta conteneva una lettera manoscritta di Sindona, il quale raccomandava all'avvocato Guzzi di non avvertire la polizia e gli avvocati americani, ed un messaggio dattiloscritto dei “rapitori”, dove si fissava l'incontro a Vienna per il giorno 11 ottobre, si davano le istruzioni per il viaggio e si ripeteva minacciosamente il divieto di avvertire la polizia e gli avvocati americani prima dell'incontro.

In possesso a Vincenzo Spatola si rinvenne, fra l'altro, la somma di 270 dollari, ed un biglietto recante le seguenti annotazioni manoscritte: «Hotel Continental (Losanna) Alfredo ore 15 (Castelnuovo)», e sul retro: “404-543744”. Verso le ore 17,30 dello stesso 9 ottobre telefonò nello studio dell'avvocato Guzzi uno sconosciuto che voleva avere conferma della partenza dei due legali per Vienna: lo stesso, informato sommariamente di quanto avvenuto il mattino, interruppe la comunicazione.

Alle ore 19,20 l’avvocato Guzzi ricevette un'ulteriore telefonata e si senti dire: «Siete tutti degli incoscienti; non avrete più notizie del vostro cliente». Negli interrogatori resi, nei giorni seguenti all'arresto, al Procuratore della Repubblica e, dopo la formalizzazione del procedimento, al Giudice Istruttore di Roma, Vincenzo Spatola si rifiutò di fornire una qualsiasi giustificazione plausibile in ordine alle circostanze che avevano portato al suo arresto, ed insistette nel dare spiegazioni manifestamente assurde.

L'ingresso di Vincenzo Spatola nella vicenda rese a quel punto evidente che la scomparsa di Sindona non aveva nulla a che fare con la lotta armata, ma presentava collegamenti con la mafia siciliana e siculo-americana. La famiglia Spatola, fra l'altro, risultava imparentata con la famiglia Gambino, il cui capostipite, Charles Gambino, deceduto anni addietro, era indicato come uno dei capi di Cosa Nostra.

L’ipotesi trovò immediate conferme nell'esito delle indagini dei giorni successivi. Infatti uno degli esponenti di maggior rilievo della famiglia Gambino, il cittadino statunitense John Gambino, venne localizzato a Palermo dalla polizia il 12 ottobre 1979 presso il Motel Agip, e, sottoposto a perquisizione, fu trovato in possesso di alcuni foglietti con appunti: su uno di questi compariva la scritta «741 - sabato - Francoforte. 6-40», che in seguito risultò riferirsi al viaggio di ritorno di Sindona negli Stati Uniti.

Su un altro foglietto erano annotati numeri telefonici, fra cui “Compare Saro 554305”, corrispondente all'utenza telefonica di Rosario Spatola, fratello di Vincenzo, “Franco 011-624714”, corrispondente all’utenza telefonica di Francesco Fazzino, cugino dei fratelli Spatola, residente a Nichelino (Torino), e “Villa Egea 543744”. Quest’ultimo numero, 543744, era lo stesso che, accompagnato dal numero 404, compariva sul menzionato foglio di carta sequestrato il 9 ottobre a Vincenzo Spatola.

Si trattava dell'utenza telefonica del Grand Hotel Villa Igiea di Palermo, dove John Gambino aveva soggiornato, proprio nella camera 404, dal 6 al 19 settembre 1979.

Dalle ulteriori indagini si apprese che: John Gambino aveva occupato dal 6 settembre la camera 404 del Grand Hotel Villa Igiea di Palermo, prenotata a cura di Rosario Spatola, e vi aveva soggiornato fino al 19 settembre, nei primi giorni in compagnia di una ragazza americana di nome Mixie Ritz; il 6 settembre dalla sua camera il Gambino aveva telefonato all'utenza 4216620 di New York, in seguito risultata appartenere all'ufficio di Park Avenue della società E. A. Consultant di Pier Sandro Magnoni, genero di Sindona;

il 19 settembre il Gambino aveva lasciato tale albergo, soggiornando poi fino al 21 settembre presso il Grand Hotel delle Palme di Palermo, e saltuariamente nei primi giorni di ottobre, fino al 12, presso il Motel Agip della stessa città;

1'8 ottobre dal Motel Agip il Gambino aveva telefonato all'utenza 624714 di Torino, appartenente a Francesco Fazzino, il quale, interrogato dalla polizia il 14 ottobre 1979, aveva riferito di essere cugino dei fratelli Spatola e di conoscere John Gambino, negando peraltro di averlo visto negli ultimi anni e di avere ricevuto telefonate da lui.

Dopo il fermo per accertamenti, non essendo fino a quel momento emersi elementi a suo carico, il Gambino venne rilasciato, e dopo un soggiorno fra il 14 ed il 15 ottobre presso l'Hotel Regina di Roma, egli fece perdere le sue tracce, facendo evidentemente ritorno negli Stati Uniti. Essendo subito risultati numerosi contatti, nei giorni-della scomparsa di Sindona, fra Vincenzo e Rosario Spatola, e fra quest'ultimo e John Gambino, il 17 ottobre 1979 il Giudice Istruttore di Roma emise nei confronti dei fratelli Spatola mandato di cattura per concorso in sequestro di persona a scopo di estorsione.

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