Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie è incentrata sul “rapporto 161” di Ninni Cassarà e Francesco Accordino


Nei primi giorni del mese di gennaio e precisamente il 7 gennaio 1982, rimanevano vittime della “lupara bianca”, anche i fratelli LUPO Benedetto e Luigi. Di costoro, a distanza di un mese e mezzo fu rinvenuta l'autovettura sulla quale, personale del gabinetto regionale di Polizia Scientifica, trovò pochi grammi. di sostanza stupefacente, presumibilmente eroina.

I precedenti specifici dei fratelli LUPO avevano, nella medesima casa, il suocero e il cognato LUPO Luigi. già arrestati nel maggio del millenovecentosettantacinque unitamente a MARCIANO' Francesco Paolo a seguito del rinvenimento nell'abitazione dei LUPO di un laboratorio artigianale per la produzione e il taglio degli stupefacenti, la loro estrazione della zona di Villagrazia, i legami di affinità contratti da LUPO Benedetto con i SORCI, l'improvvisa ricchezza riscontrabile dall'avere edificato due ville con piscina nella zona Olio di Lino, lasciavano supporre che la loro scomparsa fosse dovuta a contrasti insorti fra trafficanti di stupefacenti, visto che nella loro macchina era stata rinvenuta droga.

Solo dopo l'uccisione di MARCHESE Pietro avvenuta all'Ucciardone il 25 febbraio 1982, la soppressione dei LUPO é stata considerata sotto un altro profilo.

Infatti, dagli accertamenti esperiti sugli appunti trovati in possesso del MARCHESE al momento del suo arresto a Zurigo (12 giugno 1981), si accertava che il predetto aveva portato con se un biglietto da visita del ragioniere MALFATTORE Nicolò. Quest'ultimo é cugino di MARCHESE Pietro - la madre del primo é sorella del padre del secondo - nonché cognato dei fratelli LUPO per avere sposato una loro sorella; inoltre dai primi mesi del millenovecentottantuno il MALFATTORE era andato ad abitare in una villa di via Olio di Lino, ove era installata l'utenza stampata sul biglietto da visita, e con lui convivevano, nella medesima casa, il suocero e il cognato LUPO Luigi. È stato altresì riscontrato che il giorno in cui il cadavere del MARCHESE era stato restituito alla famiglia, il MALFATTORE si era recato, sia pure notte tempo, in casa dei GRECO, parenti della moglie del defunto, ove si trovava il feretro.

Quanto sopra dimostra che tra MARCHESE Pietro, LUPO Luigi (188) e MALFATTORE Nicolò vi erano frequenti contatti tanto che il primo, pur dovendo recarsi in Brasile, aveva sentito la necessità di portare con sé, insieme a pochissimi altri appunti, il recapito telefonico del cugino, attraverso il quale poteva contattare il LUPO Luigi.

Orbene se i fratelli LUPO erano trafficanti e produttori di stupefacenti, già orbitanti nel gruppo mafioso di Villagrazia, come si evince dai precedenti giudiziari specifici, dello stupefacente trovato nella loro auto e dall'elevato tenore di vita, se intrattenevano rapporti di affari e di materia illecita con MARCHESE Pietro, se questo ultimo - come sarà dimostrato più avanti - é stato ucciso per aver tradito i gruppi mafiosi facenti capo ai GRECO di Croceverde, ai GRECO dei Ciaculli ed ai MARCHESE di corso Dei Mille, ben può dedursi che anche l'eliminazione dei fratelli LUPO vada attribuita alla stessa farniglia emergente, pur senza poter escludere che sia stata occasionalmente deterrminata da uno sgarbo per motivo di traffico di stupefacenti.

In merito agli omicidi di, TERESI Francesco Paolo e IENNA Michele, va sottolineato che erano stati portati a termine con l'uso di una medesima p6stola calibro sette e sessantacinque, il che non lascia dubbi circa la medesima identità degli esecutori e dei mandanti; ma non sorgono dubbi neppure circa l'identità dei mandanti degli omicidi GRADO, DI FRESCO Giovanni e D'AGOSTINO, ove si consideri che TERESI Francesco Paolo era fratello di quel TERESI Pietro, socio della Centralgars dei BONTATE, allontanatosi da Palermo sin dal 1 agosto del 1981; lo stesso é coniugato con GRADO Rosalia sorella dei noti GRADO Antonino, Salvatore, Gaetano, Vincenzo, etc. cugini, questi ultimi, di CONTORNO Salvatore; IENNA Michele, macellaio con esercizio ubicato nella via Belmonte Chiavelli era stato socio di CONTORNO Salvatore nell'allevamento di bovini tenuti nelle sue stalle ed era stato indicato tra coloro che aveva nascosto Salvatore CONTORNO; GRADO Antonino era cugino dei sopra citati fratelli GRADO; DI FRESCO Giovanni era genero di MAZZOLA Emanuele ucciso il 5 ottobre 1981 e fratello di DI FRESCO Francesco che sarà ucciso il 12 marzo 1982, tutti confidenzialmente indicati quali favoreggiatori di CONTORNO Salvatore; D'AGOSTINO Ignazio era padre di quel D'AGOSTINO Rosario complice di CONTORNO Salvatore in varie imprese criminose e coniugato con LOMBARDO Maria Carmela cugina in primo grado di LOMBARDO Carmela, moglie di CONTORNO Salvatore.

Ulteriore riprova che l'unico movente dei delitti citati sia l'eliminazione di quanti, rimasti fedeli al gruppo mafioso di originaria estrazione, avrebbero potuto intraprendere una controffensiva, (in particolar modo i cugini CONTORNO GRADO), si evince dal contenuto delle già citate conversazioni telefoniche intercettate nell'utenza numero 237143 intestata ad ANSELMO Salvatore.

Come poi é stato riferito confidenzialmente e accertato dalle indagini, il D'AGOSTINO Rosario ed i fratelli GRADO erano riusciti a sottrarsi alla morte rifugiandosi nel nord Italia ed ivi mantenevano regolari rapporti con altri fuoriusciti del clan BONTATE, nonché con CONTORNO Salvatore e BADALAMENTI Gaetano. Anche di questo sarà detto in modo più diffuso appresso.

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