La storia delle newsletter si perde nel tempo e si può arrivare alle origini delle email per ritrovare i primi esperimenti. Negli ultimi anni, però, si sta vivendo una nuova espansione del fenomeno, con l’eterna promessa di trovare nuovi spazi per chi scrive. In altre parole, salvare il giornalismo mentre muoiono i giornali.

La realtà è ovviamente più complicata, così come è più difficile per i singoli autori costruirsi una fama tale da trasformare questo lavoro in una fonte di reddito. Secondo il Digital news report del Reuters Institute, il numero di persone disposte a pagare singoli giornalisti per ricevere la loro newsletter è ancora modesto.

Ma c’è soprattutto un altro problema, che in questo caso riguarda ogni lettore: riuscire a orientarsi in un’offerta sconfinata di newsletter sta diventando difficile, se non si hanno i consigli giusti. Questi sono i nostri.


1. Oggi è Domani

Domani – ogni mattina

Oggi è Domani è la nuova newsletter del nostro giornale, gratuita, quotidiana. La firma uno dei giornalisti della redazione e presenta in sintesi i fatti del giorno e quello che su quei fatti Domani ha da dire. Poi ci sono suggerimenti di lettura, aggiornamenti su eventi e supplementi, ma anche una striscia a fumetti dell’ormai introvabile Calvin & Hobbes. A noi piace e, sembra, anche ai lettori che ci hanno scritto le loro prime reazioni. 


2. Zio

Vincenzo Maino – quando capita

Se non sai cos’è una reaction, non hai idea di chi siano i maranza e hai bisogno di qualcuno che ti traduca i meme, questa è la newsletter che fa per te. Vincenzo Maino «cerca di capire cosa fanno i teenager di oggi quando fissano i loro telefoni». Ed è un viaggio utilissimo per i genitori di qualsiasi adolescente, ma anche per chi non vuole staccarsi dalla contemporaneità. Dalla newsletter è nato un libro, appena uscito per Nottetempo, che ha un titolo che è una triste verità: Sei vecchio.


3. Charlie

il Post – ogni domenica

Ormai è un grande classico, ma Charlie è la newsletter domenicale del Post che tutti gli operatori dei media non possono perdere. Anche se è anonima, tutti sanno che la firma il direttore Luca Sofri. Discute di modelli di business, novità organizzative, ma anche e soprattutto di problemi e (poche) opportunità. Osa toccare anche il grande tabù del condizionamento da parte della pubblicità sui contenuti editoriali. Fa nomi e cognomi.


4. Invisible women

Caroline Criado Perez, ogni lunedi

Come si vive in un mondo che usa i maschi come misura di tutte le cose? Nella sua newsletter Invisible Women, la giornalista Caroline Criado Perez presenta ogni settimana esempi di come le donne vengano sistematicamente ignorate o sottorappresentate nelle ricerche mediche, nello sviluppo di nuovi prodotti, ma anche nell’attuazione delle politiche pubbliche solo apparentemente neutre.


5. Ellissi

Valerio Bassan, ogni venerdì

Chi lavora nei media e nella comunicazione può attingere a un panorama sterminato di newsletter tematiche. Una delle più originali è quella di Valerio Bassan, che si concentra soprattutto sul digitale, con tutte le sue contraddizioni e opportunità (spesso non sfruttate). È la tipica newsletter di cui si parla il venerdì mattina nelle redazioni, ma è utile anche per tutti coloro che vogliono scoprire cosa c’è dietro alle quinte di un lavoro affascinante e difficile.


6. Wonking out

Paul Krugman, ogni venerdì

Paul Krugman è un economista premio Nobel ma è anche un instancabile intellettuale pubblico, fazioso e di talento come tutti dovrebbero essere. Oltre ai suoi editoriali sul New York Times, ha anche una newsletter (nata su Substack e inglobata poi dal giornale) che discute i temi di attualità economica con grafici e, addirittura, equazioni. Non è per tutti, ma lui è incredibilmente chiaro e tiene la discussione su un piano che rende la discussione stimolante. 


7. Lavori per chi scrive

Cristiana Bedei, ogni domenica

Lavori in uffici stampa e come social media manager, pubblicazioni in cerca di proposte, premi per giornalisti e posizioni aperte nelle redazioni italiane. Cristiana Bedei ogni domenica mattina fa arrivare nella casella di posta elettronica una serie di opportunità professionali per chi scrive di mestiere. Ed evita di dare spazio a proposte “pagate in visibilità”: solo e rigorosamente offerte retribuite.


8. Links I would gchat you if we were friends

Caitlin Dewey, ogni sabato

Caitlin Dewey è una giornalista che ha scritto per Washington Post, New York Times e Guardian, occupandosi soprattutto di cultura digitale e tecnologia. La sua newsletter fa esattamente quello che promette: seleziona e consiglia approfondimenti, letture interessanti e nuove idee su temi di attualità. È anche un modo per sembrare più intelligenti in ufficio o al bar, quando si parla di argomenti complessi.


9. Cfr Brief

Council on Foreign Relations, ogni giorno

Ci sono molte newsletter che offrono un riassunto della giornata, ma questa del Council on Foreign Relations degli Stati Uniti è particolarmente utile perché delle principali questioni di attualità internazionale offre sia i fatti sia le analisi, oltre a molti spunti di lettura sia di contenuti prodotti dal Cfr sia da Foreign Affairs, ma anche da altri media. Quasi tutti ad accesso libero. Strumento utile anche a chi per lavoro deve seguire gli sviluppi della guerra.


10. Forever Wars

Spencer Ackerman, due volte a settimana

Le newsletter sono anche piattaforme per pubblicare giornalismo di qualità. È quello che fa Spencer Ackerman, con Sam Thielman, in Forever Wars: un appuntamento bisettimanale che racconta tutti gli sviluppi dell’infinita guerra al terrorismo iniziata dagli Usa dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, con un focus sulle sue ramificazioni dimenticate e sull’impatto che ha ancora sulla società americana. 


11. The Veggie

Tanya Sichynsky, ogni giovedì

Per i vegetariani che cercano ricette creative, per chi semplicemente vuole imparare a cucinare il tofu in maniera diversa c’è The Veggie. La newsletter di Tanya Sichynsky, della sezione di cucina del New York Times, si concentra ogni settimana su un ingrediente diverso, proponendo una serie di spunti e ricette dal giornale con consigli per renderle vegane dove possibile o adattarle alla stagionalità.


12. Chartbook

Adam Tooze, quando capita

Adam Tooze è un brillante storico dell’economia esperto di finanza, ma soprattutto ha una grande rapidità nel trovare una chiave di lettura “accademica” alle news. Con Chartbook prova a tenere insieme grafici e numeri con profondità analitica e brillantezza da polemista. Ogni numero offre spunti per altre letture o per sviluppare temi, soprattutto quando si parla di globalizzazione, sanzioni ed energia. La versione base è gratuita. 


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