Gli amministratori delegati dei colossi social hanno testimoniato davanti alla commissione Giustizia del Senato dove sono stati chiamati per rispondere sulle sicurezze riservati agli utenti e nello specifico ai bambini sulle loro piattaforme. Non è la prima volta che i leader di Meta, TikTok, X e altri social media sono chiamati a testimoniare, a dimostrazione della rilevanza del tema per la classe politica statunitense che ha intenzione di varare una nuova legislazione per garantire maggiori tutele.

L’obiettivo è contrastare gli abusi sessuali, prevenire casi di autolesionismo, suicidi e disturbi alimentari, evitare di fomentare discorsi d’odio o atti di bullismo. Tutte problematiche legate ai giovani e alla loro esperienza sui social. Democratici e Repubblicani hanno anche intenzione di obbligare le società a rendere conto e a rispondere del materiale che viene pubblicato sulle loro piattaforme.

L’udienza

«Sono responsabili di molti dei pericoli che i nostri figli affrontano online», ha detto nel discorso di apertura il capogruppo della maggioranza al Senato Dick Durbin, che presiede la commissione. «Le loro scelte progettuali, i loro fallimenti nell’investire adeguatamente nella fiducia e nella sicurezza hanno messo a rischio i nostri figli e nipoti». 

L’udienza è iniziata con le testimonianze registrate di minori e genitori che hanno affermato di essere stati abusati sui social media. Alcuni genitori hanno mostrato le foto dei figli che si sono suicidati, altri hanno raccontato le storie di chi a causa dei contenuti pubblicati online sono andati in anoressia.

Mark Zuckerberg, ad del gruppo Meta (che controlla Facebook, Instagram e Whatsapp) ha detto che l’azienda continua a investire e lavorare su «sforzi a livello di settore». Dopo essere stato incalzato dal senatore repubblicano del Missouri, Josh Hawle, si è rivolto ai famigliari presenti in aula e ha formulato le sue scuse: «Mi dispiace per tutto quello che avete passato. Nessuno dovrebbe subire le cose che hanno sofferto le vostre famiglie», ha detto Zuckerberg.

Oltre a lui hanno testimoniato gli ad di X (Linda Yaccarino), Tik Tok (Shou Chew), Snap (Evan Spiegel) e Discord (Jason Citron). 

Ha sorpreso che i figli dell’ad di TikTok non usano la piattaforma dato che a Singapore, paese in cui Chew vive, è vietato il suo utilizzo ai minori di 13 anni. Chew ha detto che le testimonianze ascoltate sono «orribili» e ha specificato che TikTok ha circa 40mila moderatori di contenuti online, lo stesso numero di Meta. Mentre Snap ha affermato di averne 2300, X ne aveva 2000 mentre Discord solo alcune centinaia.

Discord

Il senatore repubblicano della Carolina del Sud, Lindsay Graham, ha detto in udienza:  «Dopo anni di lavoro su questo problema sono giunto alla seguente conclusione: le società di social media, così come sono progettate e utilizzate attualmente, sono prodotti pericolosi».

Graham ha avuto anche uno scambio acceso di battute con Jason Citron, ad di Discord. Gli ha elencato una serie di misure al vaglio del Congresso chiedendogli se fosse d’accordo con alcune delle iniziative di tutela citate. Dopo diverse esitazioni Graham ha concluso: «Se aspettiamo che siano questi ragazzi a risolvere il problema, moriremo nell'attesa».

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