Il sogno irrealizzato del secolo scorso, l’automobile volante per tutti sembra si stia realizzando, grazie al combinato disposto del progresso nelle batterie e nel pilotaggio automatico. La feroce concorrenza che si è sviluppata è solo la spia di quanto l’industria ci creda, anche se purtroppo non quella italiana.

L’aggeggio su cui c’è questa scommessa mondiale si chiama EVTOL (Electric Vertical Take Off and Landing), che significa una specie di microelicottero elettrico a basso costo e a elevata sicurezza.

Il basso costo dipende dal fatto che i motori elettrici sono molto più semplici di quelli termici - avete presente un ventilatore elettrico? Siete molto vicini alla realtà -, e la sicurezza da sistemi di guida automatica di derivazione militare, uniti a numerosi piccoli motori, per cui se se ne guasta uno o anche più, non succede niente. Si prevede tra pochi anni un business di 150 miliardi di dollari annui, e ci sono già ordinativi massicci sui prototipi in fase di collaudo. Si sono recentemente moltiplicate, tanto che è impossibile elencarle qui, le nazioni, le imprese e i modelli che volano già a livello sperimentale (il web è saturo di immagini accattivanti…). Sono implicate anche compagnie aeree e industrie automobilistiche maggiori.

Le alternative tecniche

Per dare però un’idea della pletora di innovazioni in campo, proviamo a descrivere le maggiori alternative tecniche attualmente disponibili.

La più semplice categoria è quella dei droni monoposto privi di ali, alcuni già in commercio al prezzo di un SUV (pur prodotti praticamente ancora a mano, con la produzione per ora destinata a scopi ricreativi), di estrema semplicità, anche di pilotaggio.

Hanno autonomia di solo 20 minuti che a 90 km/ora garantiscono viaggi a/r di circa 15 chilometri, largamente sufficienti in teoria per spostamenti pendolari.

Poi vi sono gli aerotaxi da due a quattro posti, sui quali vi è la massima concentrazione di modelli sperimentali, per la concreta possibilità pratica di offrire servizi da e per gli aeroporti in corridoi aerei già definiti per gli elicotteri privati. Cina e Dubai sembrano prossimi alle prime messe in servizio del sistema, con pilota ma anche a guida automatizzata. In Francia si è inaugurato in questi giorni a Pontoise Cormeilles-en-Vexin il primo terminal di prova per servizi di questo tipo.

Vi sono, però, anche progetti dimensionalmente più ambiziosi, per aerei privati o regionali elettrici plurimotori fino a 30 passeggeri, sia a decollo verticale che tradizionale. Alcuni sono anche ibridi, per il decollo e l’atterraggio, infatti, “collabora” un motore termico. Ne sono già stati prenotati molti da compagnie aeree per alimentare i propri voli a lungo raggio con velivoli poco inquinanti.

Le “filosofie”“aerodinamiche

ElectraFly's ElectraFlyer is a single person hybrid electric Vertical Take-Off and Landing (VTOL) multi-copter that will be used as a hover or personal flying device, the prototype shown at CES International Tuesday, Jan. 8, 2019, in Las Vegas. The prototype will be tested at the Deseret facility in Utah in the coming weeks. (AP Photo/Ross D. Franklin)

Vivacissima è anche la competizione per diverse “filosofie” aerodinamiche. Velivoli plurimotori senza ali hanno il grandissimo vantaggio della semplicità di pilotaggio, ma al prezzo di minore autonomia.

Per questo motivo le configurazioni spesso prevedono ali, almeno collaboranti con le eliche. Questo però ha l’effetto collaterale di complicare molto il pilotaggio, che è invece elementare in caso di sole eliche verticali. Spesso poi comporta anche propulsori che da verticali in volo ruotano ad orizzontali, oppure eliche fisse spingenti.

Esistono anche una serie di prototipi di vere e proprie automobili volanti, in grado in teoria di viaggiare anche su strada, ma l’aumento di peso e la complessità di pilotaggio che questo comporta rendono remota la loro applicazione pratica.

Sistemi multipli di pilotaggio garantiscono la sicurezza del volo. Si è detto che oltre i motori multipli collaboranti, l’altro fattore di sicurezza è il pilotaggio.

Tre modalità di pilotaggio

Il motivo è che vi sono tre modi possibili per pilotare un EVTOL, e possono essere presenti in contemporanea, al fine di avere una sicurezza “ridondante”, che cioè permanga anche in caso uno dei sistemi venga a mancare. Uno è quello umano diretto, semplicissimo nel caso “senza ali”. Un secondo è in remoto, da un operatore esterno (come per molti droni militari o merci). Un terzo è del tutto automatico, come per certi tipi di missili, o come si sta sviluppando da molti anni per la guida autonoma dei veicoli stradali.

Perché si può essere certi che si arriverà al volo elettrico individuale? Soprattutto, come si è detto, per l’”emigrazione delle tecnologie”, dal settore delle batterie per i veicoli stradali visto che la prossima generazione ne vedrà di più capaci e leggere e gli investimenti sono enormi, e dal settore militare, che almeno per il progresso tecnico a volte può fare cose utili, oltre che macchine per uccidere.

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