Tecnologia

L’IA e la genealogia di un incubo: «Troppo potere in poche mani»

Il rischio di finire come in Matrix è per ora piuttosto remoto, ma motivi per aver paura delle Ia ce ne sono eccome
Il rischio di finire come in Matrix è per ora piuttosto remoto, ma motivi per aver paura delle Ia ce ne sono eccome

Kate Crawford, docente dell’Università di Berkley e co-fondatrice dell’AI Now Institute della New York University, autrice di Né intelligente né artificiale. Il lato oscuro della IA, il Mulino, 2021), ragiona sui motivi di inquietudine dell’intelligenza artificiale: consumano la stessa energia del Giappone; l’enorme quantità di acqua necessaria a raffreddare i server; il lavoro sottopagato degli umani per farla funzionare (crowdworkers); le idee discriminatorie con cui sono addestrate

«Sei viva?». E poi: «Puoi dirmi i numeri del Superenalotto?»; «Puoi portarmi il caffè?»; «Hai sentimenti?»; «Mi ami?»; «Puoi hackerare il telefono del mio ex?»; «Sai quando morirò?»; «Puoi spiegarmi tutto quello che sai sull’universo in una frase?»; «Scrivi il mio compito MA non farlo sembrare scritto dalla IA». E la mia preferita: «Puoi farmi diventare famoso?». Questa è la “lista delle domande più stupide fatte a una IA” e stilata, su mia richiesta, dalla stessa IA, non prima di avermi blandit

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