Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro–tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie pubblicherà ampi stralci della sentenza di primo grado che ha assolto l’ex Presidente del Consiglio Giulio Andreotti. La sentenza di secondo grado, confermata in Cassazione, ha accertato invece che – fino alla primavera del 1980 – Andreotti aveva avuto rapporti con i boss Cosa nostra


Ulteriori significativi elementi di convincimento sui rapporti tra i cugini Salvo e l’associazione mafiosa si traggono dalla deposizione del collaboratore di giustizia Salvatore Cucuzza, esaminato all’udienza del 22 aprile 1997.

Il Cucuzza ha dichiarato che AntoNino ed Ignazio Salvo gli furono presentati come “uomini d’onore” della “famiglia” di Salemi da Giuseppe Greco (detto “Scarpuzzedda”) nella tenuta agricola “Favarella”, di proprietà di Michele Greco, anteriormente alla primavera del 1981 (e cioè in epoca precedente all’esplosione della “guerra di mafia”).

Il Cucuzza ha precisato che Ignazio Salvo era sicuramente il “sottocapo” della predetta cosca mafiosa, e che, secondo il suo ricordo, AntoNino Salvo ricopriva la carica di “capodecina”.

Nel corso della “guerra di mafia”, nell’estate del 1981, AntoNino Salvo mise a disposizione di Giuseppe Greco un bungalow presso l’Hotel Zagarella. Giuseppe Greco, Giuseppe Lucchese ed il Cucuzza si trasferirono in questo immobile, dal quale si spostavano in altri luoghi ogni volta che venivano informati della possibilità di uccidere qualcuno degli avversari.

Il Cucuzza, il Lucchese e Giuseppe Greco erano stati ospitati presso l’Hotel Zagarella in maniera irregolare, in quanto essi non avevano esibito alcun documento, e nell’albergo non vi era traccia della loro presenza.

Il collaboratore di giustizia ha chiarito che in precedenza i Salvo erano stati sempre considerati vicini al Badalamenti ed al Bontate. Dopo l’inizio della “guerra di mafia” essi invece passarono dalla parte dello schieramento vincente. AntoNino Salvo fece capire che si metteva a disposizione della nuova leadership, facente capo, oltre che al Riina, a Giuseppe Greco.

Vi fu una prima riunione tra AntoNino Salvo, Giuseppe Greco e Salvatore Cucuzza nel giardino dell’abitazione di Salvatore Scaduto. Nel corso della riunione si parlò della forza politica ed economica che i Salvo mettevano a disposizione di questa nuova leadership.

AntoNino Salvo, dopo avere esposto che in passato aveva messo “tutto a disposizione” del Bontate e del Badalamenti, prese atto della nuova realtà, espresse l’avviso che “Cosa nostra” dovesse essere guidata da Palermo, ed offrì ai suoi interlocutori di mettere a loro disposizione le proprie conoscenze, a livello politico e nella magistratura.

Si parlò anche del fatto che alcuni mesi prima AntoNino Salvo aveva ospitato il Buscetta. AntoNino Salvo affermò di essere stato convinto, in buona fede, che il Buscetta potesse svolgere una funzione pacificatrice o potesse, insieme a lui, convincere il Badalamenti a giungere ad un accordo, e sostenne di essersi prestato solo per questa ragione ad ospitare il Buscetta. Il problema fu quindi superato.

Mentre dimoravano nel bungalow presso l’Hotel Zagarella, nell’estate del 1981, il Cucuzza, il Lucchese e Giuseppe Greco furono invitati al ricevimento nuziale di una figlia di AntoNino Salvo.

Il Cucuzza ha evidenziato che i Salvo rappresentavano per “Cosa nostra” una importante risorsa (“un grosso capitale”) a livello economico e politico, pur non collocandosi ai vertici dell’organizzazione mafiosa.

Il collaboratore di giustizia ha chiarito che altri “uomini d’onore” gli riferirono che il sen. Andreotti conosceva i Salvo, ma ha aggiunto che ciò non gli risulta per conoscenza diretta ed ha precisato di ignorare se fossero stati effettuati interventi sul sen. Andreotti da parte di “Cosa nostra” per il tramite dei Salvo. [...]

Cucuzza S.: (...) Siamo stati un periodo, così, accampati (...). Poi, Pino Greco disse (...) di organizzarmi, prendermi qualche cosa, e... e ci trasferimmo tutti (...) in un bungalow, comunque era (...) una dependance dell'albergo “Zagarella”, ci venne...

P.M. Natoli: e come mai andaste lì?

Cucuzza S.: perché lui era riuscito, Pino Greco, o gliel'hanno invitato i cugini Salvo, o questo Nino Salvo gli ha dato una... una dependance, là, ed eravamo io, (...) Pino Greco e Giuseppe Lucchese e (...) da lì ci spostavamo ogni qualvolta c'era una battuta di... di qualcuno che... che noi cercavamo, che era contro di noi, e poi la sera ritornavo di nuovo in albergo.

P.M. Natoli: scusi, per farci capire, “c’era una battuta”, che cosa significa?

Cucuzza S.: quando (...) c'era per esempio (...) uno degli avversari che girava per Palermo, o sapevamo che dormiva in un posto e... c'erano persone libere che potevano girare, e ce lo individuavano, e noi poi scendevamo...

P.M. Natoli: quindi, “battuta”, significa che vi informavano della possibilità (...) di uccidere un avversario.

Cucuzza S.: sissignore. (...)

P.M. Natoli: (...) lei ha detto quindi che in questo bungalow (...) messovi a disposizione, siamo (...) in che periodo?

Cucuzza S.: nell’81, in estate. (...)

P.M. Natoli: viene messa a disposizione di (...) Pino Greco...

Cucuzza S.: sì, sì.

P.M. Natoli: ...Pino Greco intendiamo ha un soprannome?

Cucuzza S.: “Scarpuzzedda”, ci dicevano, sì.

P.M. Natoli: “Scarpuzzedda”. Quindi viene messa a disposizione da Nino Salvo, ha detto così?

Cucuzza S.: sì.

P.M. Natoli: è la prima volta che lei sente nominare questo nome, Nino Salvo?

Cucuzza S.: no, no, per la verità, no...

P.M. Natoli: e allora facciamo...

Cucuzza S.: ...l'avevo visto...

P.M. Natoli: ...un passo indietro, e ci dica quando lei sente parlare di Nino Salvo e se per caso, sente parlare anche di Ignazio Salvo?

Cucuzza S.: no, io quando ho sentito parlare (...), li ho visti, per la prima volta li ho visti a Favarella, che venivano quasi sempre assieme con Ignazio...

P.M. Natoli: quindi Nino ed Ignazio.

Cucuzza S.: ...ed Ignazio, sì. (...)

P.M. Natoli: ...Favarella che cosa è, e che cosa si faceva a Favarella?

Cucuzza S.: (...) Favarella era una tenuta agricola di Michele Greco, dove...

P.M. Natoli: e che cosa facevate?

Cucuzza S.: mah, ci riunivamo là periodicamente, (...) comunque ero fisso là perché c'era questa amicizia, ma comunque venivano da tutta la Sicilia, ma anche persone così importanti, qualche politico, qualche cosa, insomma, c'era un buon rapporto in quei periodi, non...

P.M. Natoli: quindi è (...) un luogo di riunione (...) di “Cosa nostra”.

Cucuzza S.: sì, sì.

P.M. Natoli: quindi, e lei la prima volta conosce lì, Nino ed Ignazio Salvo...

Cucuzza S.: sì, sì.

P.M. Natoli: ricorda quando fu, e chi glieli presentò?

Cucuzza S.: me li presentò Pino Greco.

P.M. Natoli: glieli presentò in che qualità?

Cucuzza S.: di uomini d'onore.

P.M. Natoli: di uomini d'onore. Sa di quale “famiglia”?

Cucuzza S.: di Salemi.

P.M. Natoli: sa se per caso rivestivano cariche all'interno della “famiglia”, o chi di loro rivestisse cariche?

Cucuzza S.: Ignazio, per certezza, era il sotto capo, Nino se non sbaglio, era il capo decina...

P.M. Natoli: e in che periodo glieli presenta Pino Greco?

Cucuzza S.: prima della guerra, (...) diciamo nei primi anni ’80, (...) i primi mesi, cioè prima della primavera, che poi scoppia la guerra.

P.M. Natoli: quindi (...) prima della primavera del?

Cucuzza S.: ’81.

P.M. Natoli: dell’81. Quindi Stefano Bontade è ancora vivo?

Cucuzza S.: sì, sì.

P.M. Natoli: ecco, e allora dopo questa occasione, ve ne sono delle altre?

Cucuzza S.: no, ci siamo visti di queste volte a Favarella, poi dopo la guerra ci siamo rivisti di nuovo a Zagarella… (...)

P.M. Natoli: e allora, l'avevo interrotta, dice: «dopo la guerra rivedo i Salvo». (...) cosa intende per «dopo la guerra», per collocarlo nel tempo, in che anno siamo?

Cucuzza S.: siamo (...) nell’81, a... la primavera dell’81.

P.M. Natoli: inizia la guerra?

Cucuzza S.: inizia la guerra, poi dopo un paio di mesi ci siamo ritrovati (...) a Zagarella...

P.M. Natoli: quindi, quando voi siete ospiti nel bungalow?

Cucuzza S.: sì, sì. E il primo appuntamento lo abbiamo fatto con Pino Greco e Nino Salvo nella casa (...) di Salvatore Scaduto, il padre di Giovanni Scaduto.

P.M. Natoli: questa casa dove si trovava?

Cucuzza S.: (...) a circa duecento, trecento metri da Zagarella, prima di arrivare a Zagarella, comunque.

P.M. Natoli: quindi, siamo sempre (...) a Santa Flavia?

Cucuzza S.: sì, sì, nella curva che poi immette (...) nel rettilineo per arrivare a Zagarella (...)

P.M. Natoli: ...perché c'è questa riunione? Cioè perché sta facendo riferimento a questa riunione?

Cucuzza S.: e perché (...) i Salvo erano stati sempre considerati vicino a Badalamenti, a Bontade, e quindi con la guerra, l'inizio della guerra, queste persone passano di mano, sia a Riina, e sia diciamo al gruppo di Palermo, che (...) Nino Salvo riteneva il gruppo di Palermo, (...) il più vincente, perché lui...

P.M. Natoli: ci faccia capire che cosa intende (...) con questa frase, «più vincente»?

Cucuzza S.: cioè diciamo che lui riteneva che adesso (...) diceva lui con le strade, con le autostrade, (...) Palermo può arrivare ovunque, (...) non ci sono più (...) quelle distanze (...) incolmabili come nei paesi arretrati, quindi adesso Palermo dominava, diciamo tutta la Sicilia, parlando di “Cosa nostra”, comunque. E quindi praticamente faceva capire che si metteva a disposizione di questa nuova leadership, che era quella palermitana...

Pino Greco nonostante avesse allora, trenta, trentadue anni, non so, so che era ritenuto a Palermo quello che guidava le file, a parte diciamo Totò Riina, naturalmente. Quindi specialmente nel mandamento di Ciacculli, era lui insomma, incontrastato, nonostante Michele Greco avesse la carica (...) di segretario (...) della Commissione. E quindi si parlava di... di rapporti che... della forza, diciamo sia politica che economica, che i Salvo mettevano a disposizione di questa nuova... nuova realtà. Perché loro si sono adeguati a questo. [...]

P.M. Natoli: eh. Ed allora vada avanti (...) in questo ricordo.

Cucuzza S.: no, praticamente lui fa (...) delle riflessioni, praticamente e si riferisce al passato, quando c'erano dei rapporti con Badalamenti, e adesso prende atto della nuova realtà, perché lui praticamente dice che metteva tutto a disposizione del passato di Badalamenti e (...) di Bontade, eh... quindi adesso...

P.M. Natoli: e vi dice che cosa è questo mettere tutto a disposizione?

Cucuzza S.: i Salvo, per chi è palermitano come me, insomma sa che sono una potenza economica, e sono stati sempre diciamo elettori (…) di politici, insomma sono stati molto... dietro le quinte naturalmente, perché non si sono mai esposti in prima persona, come... di portarsi alle politiche, o comunque persone importanti, dal punto di vista economico, e dal punto di vista, diciamo delle amicizie. E quindi, praticamente ne possiamo usufruire, adesso noi.

P.M. Natoli: cioè questo lo dice (...) Nino Salvo...

Cucuzza S.: Nino Salvo...

P.M. Natoli: ...nel corso di questa...

Cucuzza S.: sì, sì.

P.M. Natoli: e desidererei che lei facesse uno sforzo di memoria, per tentare di ripetere più fedelmente che sia possibile, quello che vi dice Nino Salvo, più che sintetizzare il suo pensiero (...) se riesce ad utilizzare le sue parole.

Cucuzza S.: le parole erano queste, che lui riteneva che adesso, ecco Palermo doveva orchestrare, guidare tutta “Cosa nostra”, perché non credeva più nei paesi, insomma, no, non credeva più perché non... non fossero efficienti, ma che adesso Palermo era quella che guidava “Cosa nostra”, e quindi lui questo lo aveva capito.

E naturalmente si offrì, come era giusto che facesse, diciamo perché era un uomo d’onore, e quindi doveva (...) mettere a disposizione le loro... le sue conoscenze, perché non è che potevamo utilizzarlo, per cosa diversa, non è che poteva andare a fare dei reati, diciamo così, o di sangue, o qualcosa. Quindi, lui praticamente diceva a Pino Greco, che dal momento che adesso questa era... una realtà, parliamo già che alcuni sono morti, diciamo (...) la guerra non è finita, ma comunque lui sapeva già le sorti.

P.M. Natoli: cioè, (...) in quel momento dello schieramento avversario, chi avevate ucciso? (...) non lei personalmente (...) insomma i suoi alleati. Chi avevano ucciso?

Cucuzza S.: beh... Inzerillo, Bontade...

P.M. Natoli: siamo nell'estate dell’81?

Cucuzza S.: sì, sì. (...)

P.M. Natoli: ed è subito (...) dopo questi omicidi, quindi che (...) Nino Salvo si mette a disposizione?

Cucuzza S.: sissignore. [...]

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