Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie pubblicherà ampi stralci delle motivazioni della sentenza di secondo grado sul processo Montante


Il gup riteneva provate le condotte di accesso abusivo ai sistemi informatici delle forze dell'ordine alla luce del rinvenimento, presso la "stanza segreta" della villa di Montante, di diversi dati da essi estrapolati e conservati talvolta anche su supporti documentali di chiara origine riservata. Elementi dimostrativi ulteriori e decisivi derivavano anche dagli accertamenti tecnici svolti durante le indagini che, attraverso il meccanismo di funzionamento delle stesse banche dati, consente di tracciare i passaggi delle consultazioni e risalire alle credenziali utilizzate, che sono di uso esclusivo dell'operatore al quale sono state attribuite.

Gli accessi risultavano così effettuati da Salvatore Graceffa, vice sovrintendente della Polizia di Stato in servizio a Palermo, al quale le richieste provenivano da Marco De Angelis, sostituto commissario presso la Questura di Palermo, poi, come si vedrà, trasferito alla terza sezione della Prefettura di Milano, il quale a sua volta faceva da tramite Diego Di Simone Perricone.

Di Simone Perricone era un sostituto commissario che aveva lavorato con diversi incarichi dal 24.11.1990 al 18.7.2009 presso la Questura di Palermo. Si era poi dimesso ed era stato assunto alle dipendenze della "Aedificatio s.p.a.", società unipersonale sotto la direzione e il coordinamento di Confindustria, con le mansioni di "Responsabile dell'organizzazione, della pianificazione e del coordinamento delle attività di sicurezza, vigilanza e accoglienza".

In questa qualità svolgeva funzioni di procuratore speciale del presidente pro tempore di Confindustria al fine di intrattenere corrispondenza con le forze di polizia, recapitare alle stesse istanze, denunce, querele e richiedere e ritirare copie, certificati e attestazioni, e richiedere e ritirare dalla pubblica amministrazione i nulla osta di segretezza.

Egli era stato assunto su disposizione di Montante che aveva ricevuto la segnalazione in favore di Di Simone Perricone da parte del Prefetto Giuseppe Caruso, già questore di Palermo e frattanto nel 2009 divenuto questore di Roma, prima di essere nominato nel 2011 Direttore dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati; di questa qualificata segnalazione Montante aveva apposto appunto specifico sul curriculum vitae dell'ex poliziotto, conservato tra i suoi documenti riservati, insieme agli atti a firma della presidente dell'epoca di Confindustria Emma Marcegaglia, che avevano condotto alla sua assunzione.

Il gup riteneva la circostanza fortemente indicativa della fidelizzazione di Di Simone Perricone a Montante sia perché il nuovo lavoro, propiziato dal Prefetto Caruso, aveva comportato un notevole miglioramento economico per l'ex poliziotto (che aveva triplicato il reddito annuo) sia perché dalle dichiarazioni di Cicero e dalle annotazioni di Montante risultava un intenso rapporto di frequentazione e di reciproco interessamento.

Con Marco De Angelis e Graceffa, Di Simone Perricone aveva lavorato dal 2000 al 2009 presso la squadra mobile di Palermo; poi Marco De Angelis aveva assunto lo stesso ruolo di Di Simone Perricone presso l'area Affari Generali, quello di responsabile, quando il suo collega si era dimesso. Salvatore Graceffa aveva sempre continuato a svolgere dal 2000 in poi un incarico presso la sezione criminalità organizzata del gruppo Brancaccio.

La moglie di De Angelis, Rosaria Sanfilippo, era stata scelta tra i funzionari del disciolto consorzio ASI da Cicero quale sua segretaria; Cicero ha riferito di essere stato sollecitato da Montante a preferirla, indicandola come persona seria ma aggiungendo anche che era moglie di un ispettore in servizio presso la Questura di Palermo, di cui gli faceva anche il nome.

Il gup, a conferma del fatto che Montante conoscesse De Angelis, riportava l'annotazione ricavata dal file excel sequestrato relativa al 25.9.2015, in cui si legge: "De Angelis + Diego colazione The Grey (Aud)". La formula "(Aud)" veniva apposta alle annotazioni quando le conversazioni intrattenute venivano registrate dallo stesso Montante.

Mette appena conto sin d'ora evidenziare che la genuinità di tale decodifica è spiegata nella sentenza di primo grado, ricostruendo un incontro di Montante del 2.9.2015 con il direttore del CEFPAS dell'epoca, Angelo Lo Maglio; Montante aveva prima registrato una traccia vocale per indicare tempi, luoghi e persone partecipanti al colloquio e poi ne avevano appuntato l'avvenuta registrazione nel file excel con la formula Aud (cfr. pagine 576 ss. della decisione impugnata,

contenenti anche le dichiarazioni ammissive di Montante riguardo al fatto che egli registrava alcuni colloqui, aggiungendo tuttavia che si limitava ad estrapolare dati di interesse nell'immediato per poi distruggere il file audio).

Il gup riteneva inattendibile la versione di De Angelis che sosteneva di non avere intrattenuto rapporti con Montante e di averlo conosciuto per un occasionale caffè all'hotel The Grey, senza nemmeno avere conversato con lui, perché se così fosse Montante non avrebbe avuto motivo di annotare l'incontro con lui e registrare il colloquio.

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