II Sodano ha anche riferito che poco dopo che il D'Alì era divenuto sottosegretario al ministero degli Interni, l'imputato lo aveva sostanzialmente minacciato, rimarcando che dipendeva da lui il trasferimento del Prefetto di Trapani, così sostanzialmente prospettando il "male" ingiusto del trasferimento qualora il Prefetto non avesse assecondato i desiderata del politico
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie pubblicherà ampi stralci di queste della sentenza della Corte d’appello sulla condanna del senatore Tonino D'Alì 'ex senatore ed ex sottosegretario agli interni di Forza Italia, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.
Altra vicenda indicativa dell'attivismo del D'Alì a sostegno dei progetti del Pace di acquisire il controllo del settore delle forniture di calcestruzzi e di inerti, anche a scapito della Calcestruzzi Ericina, è quella relativa ai rapporti tra l'imputato ed il Prefetto Sodano.
Al riguardo, giova innanzitutto rimarcare l'appoggio elettorale ricevuto dal D'Alì ed offertogli dal Pace quale capo della famiglia mafiosa di Trapani, nonché gli stretti rapporti tra costoro e le continue rimostranze dello stesso Pace per la distorsione del libero mercato asseritamente operata dal Sodano, peraltro veicolate (tali lamentele) al D'Alì anche dal Birrittella e dal Coppola.
In tale contesto, il Prefetto Fulvio Sodano ha riferito di essere stato rimproverato dal D'Alì per il "favoreggiamento" (tale termine è stato utilizzato dallo stesso Sodano; cfr. pag. 286 della sentenza di primo grado) della Calcestruzzi Ericina (alla quale il medesimo Prefetto aveva fatto ottenere una cospicua commessa nell'ambito dei lavori che allora interessavano il Porto di Trapani), sostenendo (il D'Alì) che, così agendo, il medesimo Prefetto "alterava il libero mercato" del calcestruzzo, "determinando una sleale concorrenza alle altre aziende del comparto" (che poi peraltro erano o del mafioso Pace o del Mannina comunque vicino al Pace - o di una società di livello nazionale la Calcestruzzi s.p.a. - che, comunque, a Trapani, secondo il Birrittella, aveva stretto un accordo di cartello con le imprese dei citati Pace e Mannina -e di seguito si preciserà come la Calcestruzzi s.p.a., in effetti, cercasse ripetutamente collusioni con Cosa Nostra-): inoltre, come già evidenziato, vi è una perfetta consonanza tra le espressioni del D'Alì rivolte al Sodano, le espressioni che il D'Alì aveva rivolto al Nasca perché le veicolasse agli amministratori della Calcestruzzi Ericina e le espressioni del Pace utilizzate da quest'ultimo nel corso di in una conversazione con il Birrittella – cfr. faldone 2, pag. 822 -); in tutti i casi si parlava di "distorsione del libero mercato” (e ciò lascia ritenere che il Pace ed il D'Alì si fossero coordinati al riguardo).
II Sodano ha anche riferito che, in altra circostanza, poco dopo che il D'Alì era divenuto sottosegretario al Ministero degli Interni (verso la metà del 2001, coevamente all'inizio delle lamentele del Pace e del Birrittella circa i comportamenti del Sodano, "accusato" di "distorcere" il mercato e la libera concorrenza), l'imputato lo aveva (sempre al Sodano) sostanzialmente minacciato, rimarcando che dipendeva da lui (dal D'Alì) il trasferimento del Prefetto di Trapani ("Ho avuto carta bianca dal Ministro per tutto ciò che riguarda la provincia di Trapani Da me dipendono la nomina ed il trasferimento del Prefetto, del Questore"), così sostanzialmente prospettando il "male" ingiusto del trasferimento qualora il Prefetto Sodano non avesse assecondato i desiderata del politico (inoltre, tale dato riscontra le accuse del Sodano – e del Birrittella – circa la riconducibilità al D'Alì del trasferimento del medesimo Prefetto Sodano da Trapani ad Agrigento).
Ancora, il Sodano ha riferito che il D'Alì si era infuriato con lui per non essere stato invitato ad una riunione sulla gestione dei beni confiscati, alla quale il medesimo imputato non aveva alcun titolo a partecipare. Già tali elementi evidenziano indebite pressioni ed interferenze del D'Alì sulla gestione della funzione pubblica da parte del Prefetto di Trapani, finalizzate (anche) ad obliterare il sostegno offerto dal medesimo Sodano alla Calcestruzzi Ericina, laddove tali condotte del D'Alì, alla luce di quanto fin qui esposto, non possono che esser lette come un suo ulteriore contributo a Cosa Nostra (verso la quale era "a disposizione" da decenni), peraltro "dovuto" (dal politico, al medesimo sodalizio) quale corrispettivo per l'appoggio elettorale ricevuto.
Tali elementi si colgono in modo ancor più evidente ed allarmante nella vicenda relativa al trasferimento del Prefetto Sodano dalla sede di Trapani (dove si stava impegnando per sostenere la Calcestruzzi Ericina) a quella di Agrigento.
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