- Il governo deve ancora nominare il suo inviato per il clima, figura istituita con un decreto legge dal governo e voluta da Draghi in persona, per l’inquietudine della diplomazia europea sulla debolezza italiana nelle negoziazioni.
- Il ruolo dell’Italia è centrale per il G20, avendo la presidenza, e per la Cop26 di Glasgow, essendo il paese organizzatore. La figura sarà scelta da Di Maio e Cingolani, la nomina sembra andare per le lunghe e il tempo che manca a questi eventi è ormai pochissimo.
- Serve una persona di peso internazionale ma con conoscenza della questione clima: una figura così nella nostra diplomazia non esiste. Crescono i timori per un nome espresso o gradito ai big dell’energia, ma circola anche il nome di Monica Frassoni, ex europarlamentare verde.
Mancano pochi mesi a tre eventi decisivi per il futuro nazionale e globale come la Pre-Cop di Milano, il G20 di Roma e la Cop26 di Glasgow, ma l’Italia non ha ancora nominato il suo inviato per il clima. C’è la norma che istituisce la figura, un decreto legge di fine giugno voluto da Mario Draghi in persona, dopo aver captato l’inquietudine della diplomazia europea per il comportamento dell’Italia. Abbiamo un ruolo importante – presidenza del G20, co-organizzazione della Cop sul clima – al qual



