La messa al bando in Francia dei voli a corto raggio ha superato - con riserva - il processo di valutazione della Commissione europea di fine 2022, ma presto dovrà affrontare il contrattacco delle organizzazioni che riuniscono le compagnie aeree e gli aeroporti, pronti a dare battaglia per contrastare una delle più note e discusse misure di transizione del trasporto aereo effettuate in Europa.

Tre rotte

Secondo la Commissione europea la Francia può bandire oggi solo tre rotte, le uniche che possono efficacemente essere sostituite da un trasporto su rotaia inferiore a due ore e mezza (che rende possibile quindi in modo agevole la trasferta in giornata): i voli da Parigi Orly a Bordeaux, Nantes e Lione.

Altre tre rotte potrebbero essere aggiunte se dovessero migliorare le connessioni ad alta velocità, quelle da Parigi Charles de Gaulle a Lione e Rennes e quelle tra Lione e Marsiglia. Due sono state bocciate: da Parigi Charles de Gaulle a Bordeaux e Nantes. Il bando può durare tre anni, durante i quali dovrà essere avviato un processo revisione per valutarne impatti ed effetti. Questo lo stato dell'arte.

La reazione

Secondo Reuters, l'industria dell'aviazione si sta preparando a reagire contro il bando dei voli brevi in Francia, invocando addirittura il principio che garantisce la libertà di movimento dei cittadini all'interno dell'Unione Europea.

Il ragionamento è che la chiusura delle tre rotte parigine rappresenti un precedente, e che questo precedente potrebbe portare a violare questa libertà. In questa fase la strategia è di esercitare pressione informale a livello europeo - quindi principalmente azione di lobby - più che portare avanti una sfida legale vera e propria alla legge francese sul piano europeo. Meglio insomma agire dietro le quinte che in piena vista.

Willie Walsh, capo di Scara, un gruppo che riunisce le compagnie aeree francesi, in una conferenza sull'economia dell'aviazione a Dublino ha dichiarato: «Imbarazzeremo la gente a forza di dati contro questo bando».

I dati sono questi: un bando di tutti i voli a corto raggio in Europa farebbe risparmiare il 4 per cento delle emissioni del continente per quanto riguarda il traffico aereo. I voli brevi sono un terzo di quelli europei. Secondo UAF, Union des Aéroports Français, le rotte messe al bando in Francia rappresentano solo lo 0,23 per cento del trasporto aereo francese, lo 0,04 per cento delle emissioni del settore trasporti, numeri sostanzialmente confermati da Transport&Environment. Su queste basi e partendo da questi dati, UAF ha intenzione di fare ricorso al Conseil d'État, il Consiglio di Stato francese già questo mese.

Gli ambientalisti

Secondo le organizzazioni ambientaliste però questi numeri provano la verità opposta, che il bando ai voli brevi deciso dalla Francia è ancora troppo debole e funzionerebbe meglio se fosse esteso, se fosse costruito su basi più ambiziose, riprendendo lo spirito originario della proposta, abolire i voli su tratte che possono essere percorse in treno non in due ore e mezza (come ora) ma in quattro o addirittura in sei ore, come chiesto lo scorso ottobre da Greenpeace su base europea, una misura che farebbe risparmiare 3,5 milioni di tonnellate di CO2 all'anno. «Quello francese oggi è un bando ipocrita, che è stato fatto per non avere nessun impatto reale, c'era una spinta per ridurre l'ambizione» ha spiegato Sarah Fayolle, esperta di trasporti per Greenpeace Francia.

Le valutazioni

Sono diversi i governi europei che stanno facendo valutazioni in questa direzione: la Danimarca abolirà i voli tutti i voli interni a partire dal 2030, a meno che non si trovi la soluzione tecnologica per farli decollare con carburanti a zero emissioni. Da un anno il governo spagnolo discute di un bando, da implementare però su tempi molto più lunghi: si parla di trent'anni. La stessa discussione è in corso in Germania, in campagna elettorale la leader dei Verdi Annalena Baerbock aveva dichiarato che in futuro i voli a corto raggio non dovrebbero proprio esistere.

In Italia c'è un documento in valutazione ministeriale, secondo le direttive della Commissione Europea sarebbero tagliate rotte già chiuse o in declino, come quelle che collegano Roma con Bologna, Firenze, Pisa e Napoli. La partita più importante su questa misura su scala europea si giocherà però sul destino della decisione francese, e su come reggerà al contrattacco delle organizzazioni di settore.

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