Dobrindt, della Csu, ha promesso più respingimenti e più rimpatri. Il ministro vuole intervenire anche sullo spazio di manovra di polizia e intelligence, ma la sua linea law and order gli ha già regalato le critiche da destra e da sinistra
Una settimana intensa per quanto riguarda le faccende tedesche, quella appena terminata. Ma abbiamo tutto quello che vi serve per essere sul pezzo. Friedrich Merz nel fine settimana è stato infatti a Roma, dove ha incontrato per la prima volta in maniera ufficiale la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Un’occasione per allinearsi, soprattutto dopo che si era diffusa la notizia secondo cui la Spd avrebbe degradato lo status dell’Italia nella lista dei partner internazionali di Berlino.
Tema interni
Vi segnaliamo l’interessante approfondimento della Tagesschau sul nuovo ministro dell’Interno Alexander Dobrindt. La sua prima priorità è l’arginamento dell’immigrazione “illegale”, con maggiori controlli alle frontiere e rimpatri più frequenti anche in paesi come Afghanistan e Siria, ampliando quanto prima la lista dei paesi sicuri in cui consentire il rimpatrio. Dobrindt vorrebbe anche allargare lo spazio di manovra di polizia e servizi anche per quanto riguarda la sorveglianza. Le critiche da AfD continuano ad arrivare, visto che l’estrema destra considera le misure ancora troppo morbide. Da sinistra, invece, si tira in ballo lo stato di diritto.
La Spd si trova in un certo imbarazzo: per il momento i socialdemocratici si trattengono, ma tirano in ballo altre questioni che secondo loro il ministro rischia di sottovalutare, come per esempio la gestione dell’estrema destra. Pochi giorni fa Dobrindt ha ordinato lo smantellamento del Regno di Germania, che pure è una cellula dei Reichsbürger, ma il ministro sembra avere le idee meno chiare per quanto riguarda AfD. Per quanto riguarda il partito di Alice Weidel, infatti, Dobrindt non vede la base per un divieto del partito, una posizione che lo mette in linea con altri cristianodemocratici che sostengono una linea più prudente nei confronti di AfD, come il capogruppo Cdu Jens Spahn, che aveva proposto di trattare Weidel e i suoi come le altre opposizioni. Secondo Dobrindt, non bisogna correre eccessivamente e considerare sufficiente per un divieto il report dei servizi segreti. Dal suo punto di vista, meglio sconfiggere l’estrema destra nel merito.
Riaprire i canali
Abbiamo seguito da vicino il primo bilaterale tra Merz e Meloni, sabato scorso, e la conferenza stampa che è seguita. L’occasione era la messa di intronazione di papa Leone XIV, ma parlarsi (e parlare alla stampa) era essenziale per entrambi i capi di governo per mettere a tacere le voci che si sono nutrite dell’indiscrezione della Welt secondo cui la Spd aveva spinto per far scendere l’Italia nella lista delle priorità di Berlino.
In conferenza stampa i due leader si sono profusi in complimenti reciproci, ma sono andati anche nel merito, concordando per esempio un rafforzamento del Piano d’azione su questioni come l’immigrazione, sicuramente il dossier su cui Meloni può offrire più spunti e sostegno a Merz.
«Una federazione al posto di Israele»
Vi segnaliamo anche la nostra intervista a Omri Boehm. Il filosofo israeliano che insegna a New York aveva fatto notizia quando durante la commemorazione della liberazione del campo di concentramento di Buchenwald l’ambasciata israeliana in Germania si era talmente infastidita che Boehm era stato disinvitato. Con noi ha parlato anche del suo nuovo libro in uscita.
Crossover episode/2
E poi, una nuova puntata di Deutsche Vita meets Autostrada del sole. Stavolta, parliamo di come si racconta l’Europa in Italia e in Germania. Credeteci, sono due prospettive parecchio differenti.
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