Negli ultimi dodici mesi il 27 per cento degli italiani denuncia l’aumento di violenza nel proprio quartiere. Un incremento simile è avvenuto in Svezia, Francia e Germania, Spagna, Gran Bretagna e Usa, in un range di percentuali che va dal 27 al 24. Un altro elemento che preoccupa è il fenomeno delle gang. Il quadro italiano simile a quello inglese
Una società sempre più violenta in cui il quotidiano è presenziato da atti di vandalismo, dall’agire di gang, dal consumo e spaccio di droghe, da furti di auto e in appartamento, ma soprattutto dall’inaccettabile violenza sulle donne.
Il dato di peggioramento non è solo italiano, ma è globale. Nel 2021 il tema della criminalità e della violenza era al quinto posto nella scala delle preoccupazioni dei cittadini dei 28 paesi monitorati da Ipsos Global Advisor. Oggi è al secondo subito dopo l’inflazione.
In Svezia è addirittura il primo fattore (61 per cento) e supera il tema della povertà (20), dell’inflazione (17) e del lavoro (14). Il peso di criminalità e violenza è alto anche negli Usa (33 per cento). Una preoccupazione superata solo dalla spinta inflattiva (46), mentre povertà (21) e lavoro (17) vengono in secondo piano.
In Gran Bretagna povertà (27), inflazione (27) e violenza criminale (26) formano la triade del quadro dei problemi dei cittadini. Più alto, rispetto all’Oltre Manica, è il peso di criminalità e violenza nell’agenda dei francesi (31 per cento). Un aspetto che surclassa la povertà (25) e il lavoro (11) ed è superato solo dal peso dello scatto inflattivo (40). In Germania violenza e inflazione marciano insieme al 30 per cento.
Per i tedeschi, però, l’emergenza è quella della crescita della povertà e delle disuguaglianze (34). In Italia e Spagna il primo problema è quello del lavoro (34 in Italia e 33 in Spagna). L’agenda delle preoccupazioni in Italia mette al secondo posto la povertà (27), al terzo l’inflazione (26) e al quarto la violenza (23).
Il dato non deve ingannare. Nel 2021 il tema di violenza e criminalità nel nostro paese era al 17 per cento, oggi è salito di ben sei punti. Negli ultimi dodici mesi il 27 per cento degli italiani denuncia la crescita dei tassi di violenza nel proprio quartiere. Un incremento simile è avvenuto in Svezia (32), Francia e Germania (27), Spagna (25), Gran Bretagna e Usa (24).
A generare l’impennata sono stati molteplici fattori. Al primo posto in Italia troviamo il vandalismo (55 per cento), seguito da furti di auto (48) e in appartamento (43), consumo di stupefacenti (43), spaccio di droghe (38), ma soprattutto dalla violenza sulle donne (30) e dalle gang (28). Nel corso degli ultimi anni la violenza sulle donne ha marcato la sua barbara recrudescenza anche negli Usa (33), in Francia e Spagna (27), in Svezia e Gran Bretagna (26), nonché in Germania (25).
Le gang
Un altro fattore che risulta in lievitazione è quello delle gang. Il quadro italiano simile a quello inglese (28), al di sotto di quello svedese (38), ma al di sopra del quadro americano (23), spagnolo (19), tedesco (17) e francese (16). Il vandalismo è una piaga non solo italiana. Siamo surclassati, però, solo dalla Svezia (57), mentre negli altri paesi il dato oscilla tra il 43 della Germania e il 49 della Gran Bretagna.
La vetta dei furti di auto spetta agli Usa (49). L’Italia con il suo 48 per cento si piazza subito dopo, seguita da Gran Bretagna (46), Svezia (39), Francia (37), Spagna (34) e Germania (31).
La palma d’oro dei furti in casa spetta a Francia (52) e Spagna (51). Negli Usa è al (49), seguita da Svezia (47), Germania, Gran Bretagna e Italia (43). Nella classifica della percezione di aumento dello spaccio di droghe svetta la Svezia (40), scortata da Italia (38), Francia (36) Spagna (35), Usa (32), Germania (28) e Regno Unito (25). L’aumento del consumo di droghe, infine, è un cancro che tocca tutte le società. In vetta troviamo gli Usa (53), seguiti da Svezia (51), Regno Unito (47), Francia (45), Spagna (44), Italia (43) e Germania (34).
Negli ultimi anni non c’è stata solo una recrudescenza di atti criminali, di violazione dell’incolumità di cittadini, oggetti e case, ma anche le relazioni tra le persone appaiono sempre più marcate da forme di aggressività, prepotenza e sopraffazione. La violenza, come ricorda il sociologo francese Loïc Wacquant, non può essere dissociata dalla povertà e dell'esclusione sociale.
L’ampliarsi delle disuguaglianze sociali cui abbiamo assistito negli ultimi decenni è lì a mostrarci quanto sia stato fallimentare credere, da parte di molti settori della società economica e politica, al famigerato “arricchitevi” del neo liberismo e accettare la ricetta anti-welfare e precarizzante.
Oggi sta arrivando il conto salato, in termini ambientali, sociali e esistenziali. La crescita delle disuguaglianze porta con sé non solo l’aumento delle povertà e del malessere sociale, ma anche della violenza e della criminalità. Tutti fattori che rendono la qualità della vita, per molte persone, più incerta, paurosa e faticosa.
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