- Nonostante il miglioramento delle prospettive rispetto a un anno fa, il quadro italiano si presenta con numerose variabili e con chiari segnali di incertezza. Al primo posto c’è la paura di perdere il lavoro.
- La grande paura che nelle imprese si preparino processi di ristrutturazione e, in qualche caso, selvaggi licenziamenti, è il grande ostacolo alla ripresa italica.
- Sensazioni che hanno ricadute sullo stato d’animo delle persone e sul loro sguardo al futuro. Il 50 per cento degli italiani ritiene incerta la propria qualità della vita; il 48 per cento sente il proprio livello di reddito instabile, mentre il 42 per cento valuta come decisamente incerta la propria condizione professionale o lavorativa.
Guardare ai prossimi mesi con un mix di apprensione e fiducia. L’Italia avverte i sommovimenti di una ripresa e, al contempo, sente il peso di zavorre, fragilità, scogli e complessità. A livello internazionale, secondo l’indice globale di fiducia dei consumatori di Ipsos, presentato a Washington il 20 agosto, il trend di fiducia è in rallentamento negli Usa (sceso, in agosto, di 2,3 punti rispetto a luglio) e in Cina (-1,7 punti rispetto a luglio). La frenata delle due locomotive non sembra



