Un decennio di errori energetici

Ecco perché il legame col mercato olandese del gas ci condanna alle bollette da record

The terminus for the Coastal GasLink natural gas pipeline is seen at the LNG Canada export terminal under construction in Kitimat, British Columbia, on Wednesday, Sept. 28, 2022. (Darryl Dyck/The Canadian Press via AP)
The terminus for the Coastal GasLink natural gas pipeline is seen at the LNG Canada export terminal under construction in Kitimat, British Columbia, on Wednesday, Sept. 28, 2022. (Darryl Dyck/The Canadian Press via AP)
  • Il prezzo stellare del gas diventato un incubo per famiglie e imprese è un guaio che l’Italia si è procurata da sola, risultato di una trattativa tra l’Eni e la russa Gazprom durata anni. Inutile invocare un price cap europeo
  • In quell’occasione il prezzo del gas è stato svincolato da quello del petrolio e ancorato a un nuovo indice, l’olandese TTF, che allora sembrava più vantaggioso, ma che con il passare del tempo si è dimostrato manipolabile e inaffidabile
  • Il prezzo del gas ancorato al TTF è artificiosamente molto più alto di quello del gas liquefatto già da prima della guerra tra Russia e Ucraina ed è un’aberrazione perché i costi di produzione del gas liquido lo rendono più caro tra due a tre volte di quello gassoso

E’ tutto rigorosamente made in Italy il cappio nel quale famiglie e imprese sono state costrette a infilare il collo per il prezzo del gas. E’ stato annodato quel cappio una decina d’anni fa dall’Eni, la maggiore e più influente delle imprese che comprano all’ingrosso e vendono gas al dettaglio. Ed essendo quello strumento di tortura tutto italiano non ha senso che il nostro paese insista a chiedere all’Europa di imporre un price cap al prezzo del gas. Non ha senso perché i paesi dell’Unione,

Per continuare a leggere questo articolo