È appeso a uno sgarbo l’assetto del più grande aeroporto d’Italia, l’hub di Fiumicino. Lo sgarbo è quello che si è consumato la mattina di giovedì 17 marzo al molo T3 dello scalo romano dove si è tenuta una conferenza stampa congiunta di AdR (Aeroporti di Roma) e Ferrovie dello stato con oggetto un tema di moda ancorché generico: l’intermodalità sostenibile, l’integrazione tra treno e aereo.

Oltre ai promotori, cioè l’amministratore Fs Luigi Ferraris e il presidente di Adr Claudio De Vincenti più l’amministratore Marco Troncone, c’erano il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e infine il presidente dell’ente dell’aviazione civile (Enac), Pierluigi Di Palma.

La locandina dell’evento prevedeva che partecipasse pure il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, di cui era in programma l’intervento, ma le cose hanno preso un’altra piega.

Arrivato insieme agli altri, Montino ha constatato di essere stato escluso dalla tavola rotonda, poi si è accorto che il logo del suo comune non compariva a fianco degli altri come avrebbe dovuto essere.

Ha fatto due più due, ha ritenuto di essere di troppo e se ne è andato. Il comunicato ufficiale finale di AdR dà conto anche dell’intervento di Montino, ma non è così: nonostante sia stato tirato per la giacca perché tornasse indietro, il sindaco di Fiumicino si è infilato in comune per scrivere un comunicato di fuoco.

«Soliti prepotenti»

E ora si sfoga: «Quelli di AdR sono i soliti prepotenti, credono che siano tutti al loro servizio, non hanno ancora capito che non sono i padroni, ma solo concessionari di un bene pubblico. Pensano di poter prendere a scapaccioni le istituzioni se non stanno sull’attenti, non si rendono nemmeno conto che anche un comune non grandissimo come Fiumicino ha dei poteri di autorizzazione a cui non intende affatto rinunciare».

Sentiti da Domani, i dirigenti di Adr hanno inviato una nota per esprimere «sincero dispiacere» per quanto accaduto e ribadire l’«assoluta disponibilità a proseguire un confronto istituzionale costruttivo nel pieno rispetto del ruolo centrale del sindaco».

Parole contrite, ma l’impressione è che la frittata sia fatta. Montino ha svolto la sua parte in questi anni in cui il futuro dell’aeroporto è girato intorno al progetto AdR, cioè dei Benetton che ne sono i proprietari, di raddoppiare lo scalo usando circa 1.200 ettari di terreno, la quasi totalità inseriti dentro la Riserva naturale statale del litorale romano.

La maggior parte di queste aree è di proprietà degli stessi Benetton che avrebbero ricevuto dallo stato fior di quattrini per l’esproprio.

Il sindaco di Fiumicino si è sempre espresso a favore dello sviluppo aeroportuale, ma non ha mai sposato in pieno le pretese dei Benetton. Dopo una battaglia durata un decennio, il raddoppio è stato infine affossato dalle sentenze dei tribunali e gli stessi amministratori di AdR sembrava si fossero messi il cuore in pace rinunciando all’idea.

Ma ora c’è un seguito: AdR insiste su un progetto che va di nuovo a impattare sulla riserva. Questo secondo piano presentato a febbraio di un anno fa è quello della quarta pista, circa 3.300 metri di asfalto su un’area complessiva di 267 ettari di cui 151 nella riserva naturale.

Il comune di Fiumicino insieme a quello di Roma è l’ente gestore della riserva, quindi qualsiasi autorizzazione preliminare sull’uso della stessa passa proprio dall’ufficio del sindaco Montino a cui AdR ha riservato al terminal T3 un trattamento da ospite indesiderato.

Piano degli aeroporti

Nonostante i ripetuti pronunciamenti della magistratura contro gli sconfinamenti nella riserva naturale, i Benetton continuano a scartare l’idea di utilizzare il sedime attuale per la crescita dell’aeroporto.

Tutto ciò è di attualità perché siamo alla vigilia di decisioni importanti sia per Fiumicino sia per gli altri aeroporti italiani. L’Enac si è impegnato a presentare a giugno il nuovo piano nazionale degli aeroporti e la questione della quarta pista dell’hub romano è una delle più controverse.

Essa è collegata a un’altra decisione che riguarda gli aeroporti del centro Italia, cioè la possibilità di costruire un terzo scalo nel Lazio accanto a Fiumicino e Ciampino (entrambi AdR) adibito esclusivamente ai voli delle low cost, sull’esempio di quel che succede nei maggiori scali europei.

La gestione del nuovo aeroporto sarebbe messa a gara e la nuova infrastruttura sgraverebbe Fiumicino dal peso di molti voli rendendo superflua la quarta pista. La sede su cui si sta puntando per il terzo aeroporto del centro Italia è Frosinone.

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