L’intesa sui dazi tra Washington e Pechino è solo un cessate il fuoco in una guerra commerciale che si prevede ancora lunga, ma tanto è bastato ai mercati finanziari per festeggiare a suon di rialzi la notizia e lasciarsi alle spalle almeno per un giorno tutte le incertezze che ancora gravano sull’economia mondiale.

Wall Street è partita di scatto e gli investitori hanno premiato soprattutto colossi come Amazon, Apple e il produttore di chip Nvidia, che nelle settimane scorse avevano sofferto più di altri le ricadute dello scontro sui dazi con la Cina. Ha guadagnato terreno anche il dollaro, reduce da una fase prolungata di ribassi, al pari delle quotazioni del petrolio, di nuovo in rialzo dopo che a fine aprile erano precipitate ai minimi dal 2021 a causa dalle previsioni negative per la crescita economica.

Milano ai massimi

Le nubi all’orizzonte non si sono però dissolte e infatti già a metà pomeriggio le Borse europee hanno frenato dopo che il Cremlino ha reagito a muso duro alle ipotesi di sanzioni supplementari con tanto di nuovi ultimatum avanzate sabato dai leader di Francia, Germania, Polonia e Regno Unito. E così a Milano, l’indice Ftse Mib che in mattinata aveva superato di slancio i 40 mila punti, al nuovo massimo storico a quota 40.210, ha un po’ ripiegato chiudendo comunque con un progresso dell’1,4 per cento, consolidando il recupero dopo i forti ribassi innescati nei primi giorni d’aprile dall’annuncio dei dazi trumpiani.

Europa in ordine sparso

Gli altri principali listini del vecchio Continente si sono mossi in ordine sparso, con Parigi in scia a Piazza Affari, mentre Londra (più 0,6 per cento) e Madrid (più 0,8 per cento) hanno guadagnato meno di un punto percentuale.

Peggio di tutti ha fatto la Borsa di Francoforte, che è andata addirittura in rosso per poi chiudere a più 0,3 per cento, appesantita dallo scivolone (meno 5,9 per cento), di Rheinmetall, il colosso delle armi reduce da mesi e mesi di corsa al rialzo.

La parziale schiarita sul fronte della guerra ucraina ha penalizzato anche un altro marchio del settore difesa come Leonardo, giù del 4,3 per cento, mentre sempre a Milano è rimbalzata Stellantis, più 6,8 per cento, premiata per via dell’allentamento delle tensioni commerciali a cui si sono aggiunte le nuove indiscrezioni su una prossima nomina del manager Antonio Filosa come nuovo Ceo.

Il nuovo scenario globale ha avuto effetti positivi anche sullo spread tra i nostri Btp e il Bund tedesco, che ha toccato quota 102, il valore più basso dall’autunno del 2021. È successo che i rendimenti del titolo di Berlino ieri sono aumentati più di quelli del bond italiano e la forchetta tra i due tassi si è ristretta di conseguenza.

Giù il lingotto

In una giornata di rialzi diffusi sui listini azionari si è invece mossa in controtendenza la quotazione dell’oro, gonfiata nei mesi scorsi dalla corsa degli investitori a caccia di beni rifugio. E così adesso, insieme alle tensioni sul fronte del commercio, perde quota anche il metallo giallo: meno 3 per cento dopo aver guadagnato quasi il 40 per cento nell’arco dell’ultimo anno.

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