«Alle dimissioni ci penso tutte le mattine, sarebbe la cosa più bella da fare personalmente. Ma siccome è la ventinovesima legge di Bilancio che faccio, so perfettamente come funziona: c’è un Parlamento, ci sono le commissioni, ci sono le proposte del Governo». Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, si è presentato a sorpresa in Senato per partecipare ai lavori della commissione Bilancio. «Alla fine a me interessa il prodotto finale, non quello che presento io», ha detto a margine dei lavori sulla manovra, replicando ai cronisti. Il titolare del Mef ha parlato per la prima volta dopo lo strappo interno al governo, ma ancor di più interno alla Lega, con il ministro sul banco degli imputati.

Per Giorgetti il governo sta lavorando «bene» e «nell’interesse di tutti gli italiani», ora «tocca al parlamento». Alla commissione Bilancio erano presenti anche la sottosegretaria al Mef Lucia Albano e il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. 

Sulla misura inserita nel nuovo maxi emendamento con cui si cancella la possibilità di anticipare la pensione di vecchiaia, con il cumulo della previdenza complementare, il ministro si è detto dispiaciuto, «ma evidentemente non è stata ritenuta strategica».

Alle 12 di oggi, 20 dicembre, è stato fissato il termine per la presentazione dei subemendamenti in commissione alle nuove proposte di modifica presentate dal governo. «Serve che Giorgetti chiarisca sulle coperture» di questo nuovo emendamento in materia pensionistica e anche sui «tagli al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti», ha detto il capogruppo Pd in commissione Bilancio, Daniele Manca.

«Penso che un casino così non l'abbia mai visto anche se allarghiamo a tutte le leggi di Bilancio della Repubblica», ha commentato, a margine dei lavori, il capogruppo del Movimento 5 stelle, Stefano Patuanelli. «Nel merito ci sono cose che non ci piacciono: continuano a toccare il tema delle pensioni, obbligano i dipendenti con un silenzio assenso molto corto a lasciare il Tfr non in azienda ma a usarlo per la previdenza complementare, prevedono tagli ai benefici per i lavoratori più deboli». Una manovra che, per Patuanelli, continua «ad accanirsi con chi in questo paese lavora da dipendente e i più poveri».

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