Stellantis sta valutando se produrre a Mirafiori le auto elettriche dell’alleata cinese Leapmotor. Secondo il giornale specializzato Automotive News Europe la produzione potrebbe iniziare nello stabilimento torinese già nel 2026-2027 e raggiungere il livello di 150mila unità l’anno.

Stellantis ha annunciato nell’ottobre scorso di aver acquistato una quota del 21 per cento di Leapmotor con un investimento di 1,5 miliardi di euro. L'accordo siglato tra i due gruppi prevede tra l’altro la creazione di una joint venture con sede in Olanda per distribuire e costruire veicoli dell’azienda asiatica al di fuori della Cina. Stellantis detiene una quota del 51 per cento nella joint venture e il partner il restante 49 per cento.

Non è ancora noto con quale marchio verrebbero vendute le vetture prodotte a Mirafiori. Stellantis ha però dichiarato fin dall’inizio della collaborazione di considerare Leapmotor “il suo quindicesimo marchio” in una “casa dei marchi” che spazia da Fiat a Peugeot, dall’Alfa Romeo alla Jeep, dalla Citroen all’Opel/Vauxhall alla Maserati.

Obiettivo un milione

Se l’operazione Leapmotor andasse davvero in porto potrebbe contribuire in misura significativa al raggiungimento dell’obiettivo di produrre “entro la fine del decennio” un milione di veicoli in Italia (rispetto ai 750mila del 2023); tale impegno è stato ribadito venerdì dal Ceo di Stellantis, Carlos Tavares, in una tavola rotonda con i media italiani.

Secondo Automotive News Europe, alcune delle ultime mosse di Stellantis possono essere interpretate come preparatorie all’arrivo del partner cinese. Va per esempio ricordato che la produzione del grande Suv Maserati Levante cesserà a Mirafiori alla fine di marzo e un sostituto del Levante sarà costruito a partire dal 2027 nello stabilimento di Cassino. Anche l'attuale Nuova 500 elettrica non verrà più fabbricata a Mirafiori entro gli ultimi mesi del 2026. La sua erede potrebbe essere prodotta in uno dei numerosi stabilimenti Stellantis che in Europa, mentre il candidato italiano sarebbe la fabbrica di Pomigliano d’Arco, dove Stellantis dovrebbe costruire la 500 elettrica se continuerà ad etichettarla come modello “made in Italy”.

Tavares ha detto che se Stellantis «avrà l'opportunità di produrre auto Leapmotor in Italia, lo farà se ciò avrà senso dal punto di vista economico». Lo scoglio più grosso potrebbe essere il costo dell’energia, più elevato nel nostro paese rispetto a molti paesi europei.

Un partner hi tech

Leapmotor è un’azienda cinese giovane e ancora di piccole dimensioni. Nata nel 2015, a gennaio ha venduto circa 18mila auto sul mercato interno cinese, elettriche o ibride ricaricabili (plug-in). I conti sono ancora in rosso: nell’ultimo trimestre pubblicato – il terzo del 2023 – ha venduto 44.325 auto e ha perso circa 127 milioni di euro su un fatturato di quasi 730 milioni.

L’investimento di Stellantis arriva dunque al momento giusto per sorreggere lo sforzo di crescita, proprio mentre la battaglia sui prezzi nel mercato cinese sta mettendo in crisi molte delle aziende di minori dimensioni.

Cosa può offrire Leapmotor a Stellantis? La sua gamma comprende sia la piccola cittadina T03 che le auto medio/grandi C01, C10 e C11. La prima è già in vendita in Francia e sembra la candidata ideale per lo sbarco produttivo in Italia. Soprattutto, Leapmotor dispone di piattaforme pensate per l’auto a batterie e di un software integrato di gestione del veicolo chiamato Quadrifoglio e basato su un unico computer centrale.

Le auto Leapmotor prodotte in Italia non sarebbero soggette a dazi e ad altre eventuali misure prese a livello europeo per limitare le importazioni dalla Cina; il componente principale, ovvero le batterie, potrebbe essere prodotto in Italia nella fabbrica che Stellantis sta per costruire a Termoli.

L’incremento dei volumi produttivi permetterebbe a Leapmotor aumentare le economie di scala e di migliorare i conti: a dicembre il Ceo Zhu Jiangming ha dichiarato in un’intervista che l’azienda dovrà produrre almeno 400mila auto per raggiungere il punto di pareggio.

In questo periodo molti costruttori cinesi hanno avviato o stanno valutando una produzione in Europa, anche se la paventata ondata di auto con i marchi del Dragone non c’è ancora stata sul mercato europeo. I costruttori del Vecchio Continente, che in molti casi producono da tempo in Cina, hanno a loro volta stretto alleanze con aziende locali, specialmente per approfittare della loro tecnologia più avanzata nel campo dell’auto elettrica e del software di gestione del veicolo. Una mossa simile a quella di Stellantis è stata per esempio compiuta da Volkswagen con Xpeng.

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