Buona parte dei fondi sarebbero stati usati dalla società ReiThera per acquisire la proprietà dello stabilimento di Caster Romano sede della produzione del vaccino italiano. Per questo l’11 maggio i magistrati della Corte dei conti hanno ricusato il visto e Ia registrazione del decreto con cui il ministero dello sviluppo economico dava il via libera all’accordo di sviluppo tra Invitalia, la società in house del ministero guidata dall’ex commissario all’emergenza vaccini, Domenico Arcuri, e la società ReiThera Srl.

L’investimento aveva l’obiettivo, scrivono i magistrati, di «sostenere il programma di sviluppo industriale da realizzare presso lo stabilimento produttivo sito in Castel Romano». Il progetto doveva prevedere l’ampliamento dello stabilimento per la produzione dei vaccini e il vero e proprio investimento nel progetto di ricerca e nel completamento della sperimentazione del vaccino con gli studi clinici. Ma ben 4 milioni di euro sarebbero stati usati dalla società ReiThera per acquisire la proprietà della sede operativa. Per la realizzazione dell’impianto di infialamento e confezionamento erano impegnati 7,7 milioni di euro.

Investimento incompatibile

La Corte dei conti ha ritenuto l’investimento nell’acquisto della proprietà non compatibile con il decreto che regola i contratti di sviluppo, che devono essere mirati a finanziare i progetti  di specifiche unità produttive e invece in questo caso secondo i magistrati contabili andavano a finanziare obiettivi generali della società in questione, peraltro modificando sostanzialmente la condizione patrimoniale dell’azienda.

ReiThera Srl è una società partecipata al cento per cento dalla svizzera Keires AG e nel 2019 tutta la sua attività è consistita in progetti di ricerca e sviluppo a supporto della casa madre, come spiega proprio la relazione di Invitalia.

I soci di Keires AG, come ha verificato per prima la trasmissione Report, sono Maurizio Cortese e Stefano Colloca, insieme a Jamila Louahed e Emmanuel Hanon vicepresidenti della GSK vaccines, cioè del ramo vaccini della GlaxoSmithKline, una delle case farmaceutiche più importanti al mondo quotata alla Borsa di Londra e di New York.

Il risultato della bocciatura dell’acquisto della sede ha fatto scendere l’investimento compatibile con la legge che regola i contratti di sviluppo di Invitalia sotto la soglia minima dei dieci milioni di euro e quindi tutto il progetto è per ora saltato. 

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