Il nuovo boom economico decantato da Giorgia Meloni? Stando ai dati raccolti da Banca d’Italia proprio non si vede. Anzi, il nuovo anno si prospetta all’insegna dell’incertezza e già nel quarto trimestre del 2024 la situazione industriale in Italia ha mostrato segnali di deterioramento, uno scenario che contrasta con il racconto ottimistico del governo.

Questi, in sintesi, i risultati dell’indagine condotta da Bankitalia tra il 20 novembre e il 12 dicembre dello scorso anno presso le imprese dell’industria e dei servizi non finanziari con almeno 50 addetti. In particolare preoccupa la condizione dell’export, da sempre un traino dell’economia italiana: il calo della domanda dall’estero (in particolare dalla Germania) impatta sulle imprese italiane, che guardano al 2025 con preoccupazione.

Più incertezza

La ricerca di Banca d’Italia evidenzia un peggioramento nei giudizi delle imprese sulla situazione economica generale: il 30 per cento delle aziende intervistate ha espresso una valutazione negativa, un netto aumento rispetto al 21 per cento del trimestre precedente, mentre solo il 5 per cento ravvisa un miglioramento.

Nell’ultimo trimestre del 2024, la flessione della domanda estera si è fatta sentire soprattutto nell’industria in senso stretto, le indicazioni di una riduzione delle vendite si confermano superiori rispetto a quelle di una crescita: il saldo negativo è del 16 per cento. La situazione è ulteriormente aggravata da un calo delle vendite all’estero, il cui saldo è passato da meno 5 a meno 11 punti percentuali. Controcorrente il settore delle costruzioni, in positivo da 19 a 23 punti percentuali.

Investimenti al ribasso

Le aspettative delle imprese sulle proprie condizioni operative nei prossimi tre mesi restano complessivamente sfavorevoli. L’incertezza economico-politica pesa sul sentiment aziendale, insieme ai timori sulle prospettive del commercio internazionale su cui grava la minaccia di nuovi dazi. Nell’industria, il saldo tra aspettative di miglioramento e peggioramento è sceso a meno 16 punti percentuali, mentre nei servizi si attesta a mano 5. Anche nel settore delle costruzioni, pur con un saldo positivo di 2 punti, si rileva un deterioramento rispetto al trimestre precedente.

Le condizioni per investire rimangono critiche: il saldo tra giudizi favorevoli e sfavorevoli si attesta a meno 11 punti percentuali, con un peggioramento significativo nell’industria (meno 19 punti da meno 12). Nonostante ciò, le imprese prevedono un’espansione degli investimenti nella prima metà del 2025, confidando parzialmente nei fondi del Pnrr.

Occupazione stabile

Sul fronte occupazionale, quasi il 70 per cento delle imprese prevede di mantenere invariato il numero dei propri addetti nei prossimi tre mesi. Le previsioni di incremento dell’occupazione sono superiori alle attese di calo, con il settore delle costruzioni che si distingue per un saldo positivo di 23 punti percentuali. Tuttavia, gli aumenti salariali previsti rimangono contenuti, con solo il 10 per cento delle imprese industriali che prevede incrementi superiori al 4 per cento.

Il report di Banca d’Italia smentisce quindi la narrativa ottimistica del governo Meloni, che continua a dipingere un quadro di crescita economica. I dati mostrano invece un tessuto produttivo in difficoltà, con segnali di crescente incertezza e debolezza.

© Riproduzione riservata