Utilizzando Starlink potremmo garantire l’accesso ad internet per tutte le aree bianche e grigie entro il 2025, se Open Fiber e FiberCop sono disponibili a lavorare insieme, noi ci siamo!”: in un post su Linkedin, Edoardo Vaquer, a capo delle vendite enterprise per Europa, Medio Oriente e Africa di SpaceX, rilancia sui piani per la banda ultra larga finanziati con fondi pubblici. Due i piani a cui si fa riferimento: il cosiddetto Piano Bul (Banda ultra larga) dedicato a chiudere le lacune di connettività nelle aree “remote” (prevalentemente quelle montane e rurali e in cui gli operatori di telecomunicazioni non investono) e il Piano Italia a 1 Giga finanziato con risorse Pnrr che punta a garantire a tutti i cittadini una velocità di connessione di almeno 1 Giga al secondo sull’intero territorio nazionale nelle cosiddette aree grigie (quelle in cui la copertura in fibra ottica è attualmente parziale o limitata).

Secondo il manager di SpaceX l’adozione della tecnologia satellitare consentirebbe a Open Fiber (che ha in capo il piano Bul e otto lotti regionali nel Piano Italia a 1 Giga) e FiberCop (a cui sono stati assegnati gli altre sette lotti regionali del Piano Italia a 1 Giga) addirittura di anticipare di sei mesi la scadenza del Pnrr, quella appunto di giugno 2026. Peccato però che a meno di una modifica ai contratti legati ai bandi pubblici è impossibile includere i satelliti fra le tecnologie “abilitanti”. A meno che non si scorporino dai bandi (e anche qui servirebbero delle modifiche contrattuali non da poco) i civici più “dispersi” (ad esempio singole case sparse sul territorio) per poi indire un’altra gara “riservata” all’uso della tecnologia satellitare. E ci sarebbe anche la questione della velocità di connessione: nel Piano Italia a 1 Giga siamo nell’ordine dei Gigabit, performance che i satelliti della costellazione Starlink non sono in grado di raggiungere a meno di non mettere in campo più antenne per utenza, il che sarebbe antieconomico per la stessa società di Elon Musk.

Riguardo al Piano Bul in capo solo a Open Fiber lo scorso mese di marzo nel rispondere a un’interpellanza urgente di Azione, il sottosegretario all’Ambiente Claudio Barbaro ha escluso categoricamente la possibilità di utilizzare i satelliti Starlink.

Momento critico

La mossa dell’azienda di Musk - che in Italia conterebbe stando agli ultimi dati disponibili almeno 55mila clienti - arriva in un momento altamente critico: Il Dipartimento per la trasformazione digitale sta cercando di accelerare sulla proposta di FiberCop che punta a rilevare alcuni lotti da Open Fiber promettendo di traguardare gli obiettivi di infrastrutturazione entro giugno 2026. In particolare FiberCop - che ha attualmente in capo sette lotti del Piano Italia a 1 Giga - si è candidata per rilevare fino a 5 lotti del competitor che ne ha otto. I riflettori sono puntati su Lombardia, Veneto e Friuli-Venezia, Toscana, Lazio ed Emilia-Romagna. Le ultime tre regioni insieme con Valle d’Aosta e Veneto sono quelle in cui i ritardi sono più marcati e in cui si rischia di non venirne a capo entro la scadenza Pnrr, secondo quando emerso in occasione dell’evento annuale di Anie Sit. L’associazione di Confindustria che rappresenta le imprese di rete ha dichiarato in situazione borderline ben15 regioni.

Al momento non è stata però trovata la quadra sulla proposta di FiberCop: Open Fiber si è detta disponibile ma a patto che le opzioni in discussione siano "compatibili con il rispetto dei tempi di realizzazione del progetto e del piano industriale approvato". Ma se la migrazione dei lotti non si chiuderà formalmente entro il mese di giugno – e pare invece che possano volerci dai tre ai sei mesi - la stessa FiberCop difficilmente potrà garantire il rispetto dei tempi dei cantieri.

La strategia di Musk

Tornando alle regioni in Lombardia è in via di assegnazione la gara per la sperimentazione della banda larga satellitare che punta a garantire il segnale Internet ad alta velocità a tutta la popolazione che non può essere servita dalla fibra. Starlink non è fra i candidati poiché il bando prevede una serie di attività e operazioni che l’azienda di Musk non può garantire in autonomia. Ma è altamente probabile che pur non entrando dalla porta rientri dalla finestra. Fra le cinque offerte pervenute ce ne sono due che hanno alta probabilità di aggiudicarsi la gara: quelle presentate dai raggruppamenti capitanati rispettivamente da FiberCop e Fastweb. Nel “team” Fastweb c’è Telespazio, in quello FibeCop gli americani di Fmc Globalsat: e le due space company sono entrambi fornitori accreditati Starlink. Sono due i lotti in gara, ciascuno del valore di poco più di 2 milioni di euro e riguardano le Province di Sondrio, Como, Bergamo, Varese, Lecco, Brescia, Monza e Brianza (lotto 1) e quelle di Milano, Pavia, Cremona, Lodi, Mantova (lotto 2). Se FiberCop e Fastweb si aggiudicassero un lotto ciascuno la costellazione Starlink potrebbe addirittura fare il pieno.

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