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L’offerta di KKR per il ramo di azienda di Tim, ha riacceso l’attenzione sull’annosa vicenda della rete unica. Si parla di 20 miliardi, contro una valutazione di 30 di Vivendi e di una possibile controfferta di CDP insieme a qualche fondo. Nessuno sembra ricordarsi che TIM è una società quotata e che la notizia di un’offerta, come tutte le altre indiscrezioni, muovono il titolo. Ma la Consob si è limitata a chiedere lumi sulla durata dell’offerta (un mese). Sarà pure non vincolante, ma i termini generali dell’offerta dovrebbero essere comunicati al mercato: altrimenti come si fa a valutare TIM ?
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La cessione della rete è ormai inevitabile, perché l’unica via di uscita per TIM. TIM è un’azienda in declino, e che alla lunga rischia la crisi finanziaria e ristrutturazione perchè ha un debito quasi doppio rispetto alla media dei cinque principali operatori telefonici europei; e il risultato prima di interessi e imposte di TIM è in crollo costante da oltre un decennio.
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Tra le fanfare del Governo che suoneranno per festeggiare la creazione della Rete Unica, “strategica” per la crescita del paese, si nasconde l’ennesimo intervento statale per scaricare sul pubblico il costo del risanamento di TIM.E a pagare tutto questo saranno gli utenti di internet, perché non si potrà tenere in piedi il castello del debito della futura società della rete senza aumentare i suo ricavi.
L’offerta non vincolante di Kkr per il ramo di azienda di Tim, che include la rete primaria, FiberCop (dove Kkr è già azionista con circa il 40 per cento) e i cavi internazionali di Sparkle, ha riacceso l’attenzione sull’annosa vicenda della rete unica. Si parla di un’offerta da 20 miliardi di Kkr, contro una valutazione di 30 di Vivendi, azionista di maggioranza, e di una possibile controfferta di Cdp insieme a qualche fondo, come traspare anche dal comunicato di Tim che si dice «pronta a cons



