Lo stallo politico costa caro all’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). Dopo mesi di trattative naufragate sulla nomina del nuovo presidente, il governo ha scelto la via del commissariamento per l’Agenas. Mercoledì 30 luglio il Consiglio dei ministri è pronto ad approvare il decreto che affida temporaneamente la guida dell’ente ad Americo Cicchetti, uomo di fiducia del ministro della salute Orazio Schillaci.
Come anticipato da Domani settimane fa, lo scenario si è cristallizzato: l’intesa tra le Regioni, prevista per legge, non è mai arrivata. La Conferenza Stato-Regioni si è impantanata in un braccio di ferro tra Campania e Liguria, e tra Partito democratico e Lega. Due candidati, due appartenenze politiche inconciliabili: Ettore Cinque, assessore del Bilancio campano e nome vicino ai Dem; e Sonia Viale, ex assessora ligure in quota Carroccio. La mediazione è fallita. Il governo ha approfittato dell’impasse per imporre la propria scelta.

Il Dpcm

Il 4 agosto, con un Dpcm, sarà nominato commissario straordinario Americo Cicchetti, ex direttore generale della Programmazione sanitaria del Ministero, rimasto in carica fino a luglio. Un profilo tecnico, certo, ma scelto dalla maggioranza. L’incarico durerà fino al 31 dicembre, ma il segnale politico è chiaro: il governo Meloni mette le mani su un centro di potere finora conteso, saltando il confronto istituzionale.
Il commissariamento, infatti, consente di aggirare l’intesa con le Regioni e di installare direttamente una figura in linea con la politica dell’esecutivo. Non si tratta solo di occupare una casella amministrativa. L’Agenas è l’ente strategico del sistema sanitario: valuta l’efficienza dei sistemi sanitari regionali, stila classifiche sulle performance, certifica il raggiungimento dei target del Pnrr Salute, sblocca i flussi di finanziamento e monitora la gestione delle liste d’attesa.

Nello specifico, le leve che avrà in mano il commissario straordinario sono tutt’altro che secondarie. L’Agenas è l’ente che deve verificare lo stato di avanzamento della riforma territoriale prevista dal DM77. Ma i dati aggiornati al 20 dicembre 2024 mostrano un ritardo strutturale. Su 1.717 Case della Comunità previste, soltanto il 2,7 per cento è pienamente operativo.

Anche gli Ospedali di Comunità, su un totale previsto di 568, sono attivi solo nel 21,8 per cento dei casi.
In questo scenario, la capacità di verificare il raggiungimento (o il mancato raggiungimento) dei target non è solo una questione tecnica: è il perno che regola l’accesso ai fondi. E a detenere l’ultima parola su chi ha diritto alle risorse è proprio Agenas.
Non a caso, la figura di Cicchetti non è accolta con entusiasmo da alcune Regioni. Da direttore della Programmazione sanitaria, ha firmato report e indicatori che hanno suscitato malumori, soprattutto tra le Regioni penalizzate nelle classifiche sui livelli essenziali di assistenza (Lea).

Tensioni

In passato, peraltro, tra Cicchetti e Schillaci non sarebbero mancati attriti. In ambienti ministeriali si racconta che le tensioni siano nate quando Cicchetti puntava alla direzione scientifica del Ministero, poi affidata a Francesco Mennini. 

Divergenze che sarebbero rientrate solo con la nuova investitura.
Ma Americo Cicchetti non è un nome qualunque. Il suo cognome è noto nei palazzi romani. Suo padre, Antonio Cicchetti, è stato direttore amministrativo dell’Università Cattolica e del Policlinico Gemelli, e nel 2010 fu nominato da Silvio Berlusconi vicecommissario per la ricostruzione post-terremoto dell’Aquila.

Una nomina che suscitò polemiche e finì al centro di un’interrogazione parlamentare della deputata radicale Elisabetta Zamparutti, che sollevò dubbi sulle competenze, sui conflitti d’interesse e sulla gestione delle risorse pubbliche. Nessun esito giudiziario, ma la vicenda è rimasta agli atti.

Ora tocca al figlio. Cicchetti arriva in un’Agenzia commissariata, in un momento in cui il Sistema di garanzia dei Lea, e la gestione delle liste di attesa sono sotto esame, e l’erogazione dei fondi del Pnrr dipende da verifiche sempre più stringenti. La sua nomina rafforza la catena di comando della sanità in mano al governo.

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